Vendite all’asta. Pozzallo, il caso Giuca: l’acquirente disposto a cedere

giuca

La soluzione, positiva, c’è stata: l’imprenditore pozzallese Corrado Giuca, barricato da cinque giorni all’interno della propria azienda di Contrada Fargione, nella zona industriale Asi Modica-Pozzallo, potrà tornare in possesso del proprio capannone. L’acquirente all’asta dell’immobile aziendale ha dato ufficiamente la propria disponibilità a rivendere al figlio dell’imprenditore. La mediazione del Questore di Ragusa attraverso Vincy Siracusano, responsabile della Digos(presente anche Mariano Ferro, leader del Movimento dei Forconi), ha permesso di portare a buon fine l’accordo per il bene di tutti.

L’ imprenditore modicano che ha acquistato all’asta per 408 mila euro la struttura di Giuca, attraverso il suo avvocato,  ha accettato l’operazione di rivendita.  Giuca, dal canto suo, è attualmente nelle condizioni di potere estinguere il mutuo contratto dal modicano, cosa che otto mesi fa era impensabile. L’impresa pozzallese, di fatto, sta lavorando per la costruzione dei lotti autostradali che porteranno l’infrastruttura da Rosolini fino a Modica per cui ha un reddito per potere ovviare al pagamento della somma che sarà stabilita nei prossimi giorni tra le parti per il passaggio dall’acquirente ad uno dei figli di Corrado Giuca. “Una volta tanto – dice soddisfatto Mariano Ferro – ritroviamo la ciambella col buco. Per noi è una grossa soddisfazione, un risultato molto importante che consentirà di riportare serenità all’imprenditore di Pozzallo, alla sua famiglia e ai suoi dipendenti. Credo sia necessario dare risalto a questa notizia affinché rappresenti un messaggio nei confronti di chi compra all’asta. Diciamo che tutto è bene ciò che finisce bene e noi siamo riusciti a risolvere una situazione molto delicata”. Corrado Giuca, in ogni modo, ha deciso di non sospendere la sua protesta, dunque rimarrà barricato all’interno della propria azienda dove è entrato domenica, rimuovendo i lucchetti apposti dalla polizia il giorno prima quando fu eseguito lo sfratto coattivo disposto dal giudice delle esecuzioni. L’atto dell’imprenditore è costata una denuncia penale giudiziaria. E’ il caso di ricordare che il consulente tecnico d’ufficio aveva valutato l’immobile, che fu venduto all’asta per 408 mila euro, un milione e 716 mila euro circa.

“Vorremmo approfittare per ringraziare quanti si sono adoperati per arrivare all’accordo – conclude Ferro – a cominciare dall’acquirente e poi il questore di Ragusa, Giuseppe Gammino, il vice questore aggiunto Vincy Siracusano e tutti gli altri”.

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