Modica: Su proposta del Vice Sindaco Enzo Scarso, la Giunta adotta la delibera del bando per la gestione ai privati degli impianti sportivi

Potrebbe aprirsi una nuova era per l’impiantistica sportiva modicana. Saranno i privati infatti a gestire gli impianti sportivi in città. E’ stata la Giunta ad adottato la delibera che autorizza il bando pubblico per la selezione dei privati. “Si è trattato – spiega l’assessore allo Sport, Enzo Scarso – di una scelta necessaria considerato l’oramai ironizzata fatiscenza di molti impianti sportivi cittadini che si scontra quotidianamente con la sempre elevata richiesta da parte delle società di aree nelle quali svolgere allenamenti per la varie discipline sportive. Una situazione incresciosa – ammette Scarso – non più fronteggiabile dalla parte pubblica che, oltre gli interventi straordinari finalizzati a riottenere la agibilità dello stadio Vincenzo Barone, persa ormai da anni, e il mantenimento in ottime condizioni dello stadio della Caitina, non può obiettivamente andare”. Da questa esigenza è maturata la scelta di rivolgersi ad imprenditori o ai presidenti di società, per affidare loro la gestione delle strutture e riconoscendo la possibilità, attraverso l’utilizzo concertato con l’ente comune, di fare un vero e proprio business, traendone dunque tutti i profitti necessari ma garantendone, di contro, la piena ed ottimale fruibilità. “Miriamo – spiega Scarso – soprattutto ad affidare in gestione lo stadio “Caitina”, il “Vincenzo Barone”, le strutture geodetiche di Modica Alta e Sorda, oltre all’auditorium di piazzale Baden Powel ed i locali adiacenti l’auditorium dell’ex piscina comunale a Marina di Modica”. Intanto critiche giungono alla scelta di “privatizzare” la gestione degli impianti sportivi, dal componente l’assemblea cittadina del Pd, Ignazio Giunta, il quale giudica l’atto come “un modo antico, e sempre più sbagliato, di far politica. Un’occasione – dice Giunta – per “rispondere” alle sollecitazioni provenienti da privati che vogliono gestire una risorsa pubblica già esistente. Perché il pubblico non riesce in ciò che il privato può fare?”