Violenza sessuale. Ispicese assolto in secondo grado

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Per anni ha dovuto convivere con una pesantissima accusa. Il sei ottobre 2010 il Tribunale di Modica lo aveva condannato per violenza sessuale, lesioni a cinque anni e cinque giorni di reclusione, interdizione perpetua dai pubblici uffici e risarcimento danni oltre alle spese varie. La Corte d’Appello adesso ha assolto un uomo di Ispica, G.M., 60enne, difeso dall’avvocato Piero Rustico: per la violenza sessuale con la formula “il fatto non sussiste” mentre per le lesioni “per non avere commesso il fatto”.

L’uomo, era stato denunciato dalla sua ex compagna, una cinquantenne di Modica, M.S., per fatti che sarebbero avvenuti il 3 maggio del 2005. Secondo l’accusa, la donna avrebbe troncato la relazione sentimentale, pare per stanchezza, nel periodo di Natale dell’anno precedente. Qualche tempo dopo avrebbe cercato un nuovo approccio telefonico(la difesa ha sostenuto perché aveva saputo che l’ispicese aveva venduto casa a Pozzallo e aveva disponibilità economica). Sta di fatto che la donna sarebbe andata a prelevarlo a casa in auto ed insieme sarebbero andati a cena a Pozzallo. Al rientro sarebbe avvenuto il fattaccio. La parte offesa avrebbe accettato l’invito a salire nell’abitazione del sessantenne e qui, quest’ultimo l’avrebbe posseduta con violenza sul proprio letto. L’ imputato, invece, aveva ammesso l’atto sessuale ma consenziente da ambo le parti. Nella denuncia, l’interessata rilevava che prima della violenza sessuale sarebbe stata stordita con due schiaffi dall’ex innamorato riportando un’ecchimosi non refertata immediatamente. Il giorno successivo l’uomo sarebbe andato a casa della presunta vittima chiedendo la restituzione dei regali che quest’ultima avrebbe consegnato. Secondo la donna, l’ispicese l’avrebbe minacciata mentre una testimone, presente all’ incontro, aveva sostenuto l’esatto contrario. Un altro teste aveva “dipinto” un quadro specifico della donna rifinendola soggetto che “sfruttava” il compagno. L’avvocato Rustico ha prodotto dei documenti che avevano confermato la vendita della casa e l’attenzione della presunta vittima riemersa dopo cessione come il suo assistito aveva sempre sostenuto.

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