Una donna ottantunenne ha dovuto sostenere un processo penale per fatti risalenti al 2005 che oggi, con le nuove leggi, sarebbero configurati nello stalking. Maria Carbonaro, un’arzilla vecchietta modicana, difesa dall’avvocato Giovanni Favaccio, è stata, in ogni caso, assolta dal giudice monocratico del Tribunale di Modica, Giovanna Scibilia, dall’accusa di molestie continuate, in quanto non è stata raggiunta la chiarezza delle prove. La donna era stata denunciata da un vicino di casa, Giovanni Puccia, con il quale condivideva un cortile dove si affacciano le rispettive abitazioni a Modica Alta. L’uomo, nel procedimento, si era costituito parte civile attraverso l’avvocato Fabio Borrometi. Secondo l’accusa, l’imputata non avrebbe tollerato la presenza della parte offesa tra il suo vicinato. Pessimi rapporti, insomma, magari per futili motivi. Solo che, a dire della presunta vittima, la Carbonaro continuava a perseverare nei suoi atteggiamenti di disturbo e lo avrebbe vessato con rumori o bussando alla sua porta anche in ore notturne. L’obiettivo sarebbe stato chiaro: costringerlo a lasciare quella casa. Sarebbe arrivata, addirittura, in qualche occasione, a gettare alle spalle del vicino dell’acqua contenuta in un secchio che stava utilizzando per lavori domestici, senza, comunque, colpirlo. Tanti piccoli ma significativi fatti che avevano creato un forte attrito tra le parti fino a quando l’uomo, stanco di tali situazioni si era deciso di denunciare l’anziana vicina di casa per le molestie ricevute. Nonostante i fatti contenuti nella querela il magistrato giudicante ha ritenuto che non ci fossero prove chiare e concrete per infliggere all’imputata una condanna, per cui si è espressa per l’assoluzione cosiddetta “dubitativa”.(
MODICA. LA NONNINA FA LO STALKING CONTRO UN VICINO DI CASA? IL GIUDICE: “NON CI SONO LE PROVE”, ASSOLTA
- Novembre 27, 2009
- 12:00 am
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