La violenza sulle donne nell’opera drammaturgica di Daniela Fava e nelle foto di Tina Di Rosa, al centro del 1° Sabato Letterario del “Gruppo di Ispica” del Caffè Letterario Quasimodo

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FOTO 2Il “Gruppo ispicese” del Caffè Letterario Quasimodo di Modica ha aperto lo scorso sabato gli appuntamenti culturali della stagione 2015-2016. Un pubblico interessato ed attento ha seguito la presentazione del testo teatrale di Daniela Fava, dal titolo “Una luce nel buio”, che si è tenuta nell’Aula Consiliare di Palazzo Bruno, testo che affronta il tema della violenza sulle donne con il supporto di opere fotografiche di Tina Di Rosa.

La serata, coordinata da Cristina Scucces e animata dal Duo musicale composto dal M° Lino Gatto, alla chitarra, e dal M° Daniele Ricca al violino, si è aperta con il saluto dell’Amministrazione comunale rappresentata dall’assessore ai servizi sociali, Angela Gianì, la quale ha evidenziato l’importanza del valore della cultura quale strumento di crescita per la città, sottolineando altresì, con riferimento agli attentati di Parigi, la necessità di fare della cultura un punto di forza educativa per sradicare la violenza che alberga in ogni essere umano.
“L’atto unico teatrale di Daniele Fava – ha poi affermato nel suo intervento Domenico Pisana, Presidente del Caffè Letterario Quasimodo, si connota come un ‘urlo’, un ‘grido’ contro l’indifferenza e il silenzio che spesso regnano verso il problema della violenza sulle donne; come “raggio” di luce testo ad illuminare quel vasto mondo di tenebre oscure ove la donna è spesso resa oggetto, schiava, è mobbizzata, maltrattata, offesa, vilipesa, ridotta a merce, consumo, a prodotto da usare, violentare e abbandonare. Daniela Fava e Tina Di Rosa – ha proseguito Pisana – rappresentano una voce che vuole dare voce a donne che non hanno voce”.
Nel corso della serata, Il dramma della violenza sulle donne è stato illustrato attraverso tre monologhi letti dalla stessa autrice, da Fiorenza Cirmi e Stella Spinello della Compagnia “Nuovo Teatro Popolare” di Ispica, tutte storie di donne di diversa nazionalità, Magda, Skakira e una donna occidentale, che nella sala d’aspetto di un ospedale si incontrano per raccontarsi l’esperienza vissuta in prima persona o indirettamente: la violenza sessuale, lo stupro, la violenza fisica per gelosia sfociata nello sfregio del volto con l’acido. Le storie, pur non riferendosi a persone e a fatti reali, sono il frutto – come ha sottolineato Domenico Pisana – di quel fenomeno del maschilismo che indica un atteggiamento culturale e sociale basato sulla presunta superiorità dell’uomo sulla donna. Non si tratta solo di una concettualizzazione ma di un modus vivendi che ha caratterizzato gran parte della storia ed ha posto le donne in una condizione di subordinazione”.
Un contributo alla serata è venuto anche da Romina Licciardi, che ha portato la sua testimonianza di impegno contro la violenza sulle donne attraverso le iniziative del Centro Servizi Donne che opera nell’area iblea, mettendo in risalto, fra l’altro, “come sia stata importante negli ultimi anni la lotta delle donne per ottenere la parità politica, sociale ed economica tra i sessi, e sottolineando come le donne siano state e siano tuttora, in varie misure, discriminate rispetto agli uomini, così da rendersi necessario, nonostante alcuni risultati raggiunti, continuare a rivendicare pari diritti e dignità tra donne e uomini per dare speranza a tutte quelle donne che sono vittime di dinamiche di oppressione di genere”.
L’argomento dedicato a questo primo sabato letterario è stato molto apprezzato dal pubblico intervenuto, essendo di grande attualità e perché ha offerto una riflessione tra drammaturgia e fotografia sulla realtà della violenza alle donne, oggi divenute bersaglio non solo a livello fisico o sessuale ma anche morale e psicologico. Il teatro, la letteratura, la fotografia, che hanno caratterizzato il tema di questo prima serata, sono stati strumenti che hanno consentito al gruppo ispicese del Caffè Letterario Quasimodo di far comprendere, senza orpelli e pregiudizi, la dimensione veritativa della problematica.

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