Operazione “Predator”, sgominata un’organizzazione specializzata nei furti in danno di cantieri edili e istituti scolastici in provincia di Ragusa

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Diapositiva3All’alba di oggi, i Carabinieri della Compagnia di Vittoria, supportati da unità cinofile del Nucleo di Nicolosi, a conclusione di una complessa e articolata attività d’indagine, ha dato esecuzione, nelle città di Acate e Comiso, a 5 provvedimenti cautelari, di cui uno in carcere, 3 agli arresti domiciliari ed un obbligo di presentazione, emesse dal Gip del Tribunale di Ragusa, Claudio Maggioni, su richiesta del Procuratore della Repubblica Carmelo Petralia e del Sostituto Procuratore Valentina Botti,

che, in particolare, ha coordinato le indagini del Nucleo Operativo di Vittoria.

A carico dei soggetti, tutti italiani e gravati da precedenti specifici sono stati raccolti inconfutabili elementi di colpevolezza circa la loro appartenenza ad una banda, ben organizzata, specializzata nella commissione di furti a danno di cantieri edili, pubblici e privati, e di istituti scolastici.

L’attività investigativa, iniziata a gennaio 2015 si è parzialmente conclusa oggi con la loro cattura. I reati contestati sono furto aggravato in concorso e ricettazione.

I soggetti colpiti dai provvedimenti sono Gaetano Velardita, 26enne vittoriese, disoccupato, pregiudicato, ristretto presso la Casa Circondariale di Ragusa; il 20enne Gaetano Velardita, comisano, disoccupato, pregiudicato, sottoposto agli arresti domiciliari; Mario Procida, 28enne vittoriese, disoccupato, pregiudicato, sottoposto agli arresti domiciliari; Salvatrice Trubia, 26enne gelese, disoccupata, pregiudicata, sottoposta agli arresti domiciliari; M.Mirabella, 29 enne di Vittoria ma residente ad Acate.
L’operazione, convenzionalmente denominata “Predator”, proprio per la caratteristica tipica dei componenti del gruppo di razziare i beni altrui, ripetutamente, con violenza e senza alcuno scrupolo, oggetti di pubblica utilità, conclude un’attività investigativa che ha visto impegnati la Procura e i Carabinieri, con indagini complesse svolte anche con ausili tecnologici all’avanguardia.

Oltre ai predetti, l’inchiesta ha visto anche il deferimento, in stato di libertà, di ben 10 persone per ricettazione in concorso, con il contestuale recupero della quasi totalità della refurtiva sottratta, costituita da moderna attrezzatura informatica e tecnologica (computer fissi e portatili con le relative custodie, videoproiettori, cavi e monitor utilizzati dagli studenti per le lezioni multimediali in aula), e da utensili e materiale vario per l’edilizia (trapani, seghe, attrezzi vari, piastrelle, cemento, colla etc. per un valore complessivo di oltre 50.000,00 euro, che venivano rivendute ad acquirenti senza scrupoli, che talvolta hanno addirittura commissionato i furti.

Nel corso delle indagini si è appurato che la base logistica del sodalizio era ad Acate, nelle abitazioni degli arrestati, nonché in case rurali abbandonate ed occupate dagli indagati, ove veniva custodita la merce rubata in attesa di essere smerciata.

I colpi messi a segno dalla banda, sinora accertati, sono circa 12. Singolare il linguaggio utilizzato tra i membri del sodalizio per indicare la merce trafugata che veniva indicata con i termini: “caffè”, “pizza” o “bottiglia”.

La quasi totalità della refurtiva è già stata restituita agli aventi diritto e, con particolare riferimento all’attrezzatura scolastica, grazie la celerità delle indagini e dei contestuali riscontri, si è riusciti a limitare un grave danno, non solo economico, ma soprattutto legato all’impossibilità per studenti e insegnanti di svolgere al meglio le attività scolastiche, proprio per la mancanza dei moderni ausili tecnologici.

L’attività della Procura e dei Carabinieri non è terminata. Sono in corso, infatti, tutta una serie di indagini dirette ad individuare altri complici ed eventuali basisti del sodalizio criminoso che con le loro azioni criminali avevano creato un vero allarme sociale in tutta la zona ipparina. Non si escludono ulteriori sviluppi.

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