PROCESSO PER TRUFFA. DIVENTANO 32 GLI IMPUTATI. MODICA, TESTIMONE INDAGATO MENTRE VIENE ESCUSSO

C’è un colpo di scena nel processo davanti al Collegio Penale del Tribunale di Modica (Maggiore, presidente, Tigano e Manenti, a latere) che si occupa del processo a carico di 31 persone, accusate di truffa in danno dello Stato. Un teste, nel corso della sua deposizione diventa all’uopo imputato, quando risponde a specifica domanda dell’ avvocato Salvatore Poidomani, difensore di una delle persone imputate. Stava testimoniando, infatti, Salvatore Vernuccio,  quando Poidomani ha chiesto: "Scusi, ma chi ha curato tutta la pratica per il finanziamento?". La risposta: "Io personalmente". Due parole e l’intervento del presidente Maggiore, il quale ha bloccato l’interrogatorio ed ha dichiarato l’uomo imputato all’istante dicendosi stupìto del fatto che non fosse stato indagato durante l’inchiesta. Vernuccio, in quella stessa sede, ha dovuto nominare un difensore, l’avvocato Fabio Lucifora, con il quale si appartato per qualche minuto. Poi è tornato davanti al microfono ed ha dichiarato ai magistrati di volersi avvalere da quel momento della facoltà di non rispondere. A questo punto salgano a 32 le persone indagate complessivamente fermo restando il fatto che uno, un imprenditore, ha già patteggiato una pena pecuniaria, mentre sono stati assolti, perchè il fatto non sussiste, l’ex Soprintendente ai Beni Culturali di Ragusa, Beatrice Basile, i suoi collaboratori Giuseppe Saggio, Calogero Rizzuto e Francesco Ascanio. Fu un’indagine sul progetto per la realizzazione di un impianto di biomassa in Contrada Gisana Liccio, svolta dal Nucleo di Polizia Giudiziaria dei Carabinieri con a capo Giuseppe Morale, oggi promosso capitano e trasferito a Reggio Calabria, e che è passata anche per le mani della Guardia di Finanza. In questo senso c’è attesa per la prossima udienza quando saranno escussi quelli delle Fiamme Gialle che diranno, come hanno già fatto in precedenza i Militari dell’Armà, circa le loro investigazioni. Nel indagini avrebbero scoperto false fatturazioni su un finanziamento di poco meno di un milione di euro concesso dallo Stato, in base ad una legge europea specifica per gli impianti di smaltimento di rifiuti speciali, nello specifico per la realizzazione degli impianti idrico, elettrico e degli infissi.

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