La saturazione delle discariche della provincia di Ragusa è già un dato acquisito. Entro un anno e mezzo anche quella di Ragusa non sarà più in grado di ricevere rifiuti solidi a fronte di un loro aumento consistente. Si è passati, infatti, dalle 128 mila tonnellate del 2002 alle 144 mila tonnellate del 2009. Come uscirne fuori ? Da questo interrogativo posto dai relatori della Funzione Pubblica CGIL e di Legambiente si è sviluppato il dibattito su “Gestione dei rifiuti urbani in provincia di Ragusa – Quali Prospettive ?” e svoltosi ieri sera nella sala Avis di Ragusa, coordinato dal segretario generale della CGIL di Ragusa, Giovanni Avola, al cospetto di una platea fatta da rappresentanti delle istituzioni ( i Sindaci di Ragusa, Santa Croce Camerina, Acate) il parlamentare regionale Pippo Di Giacomo, operatori del settore ambiente, esponenti del mondo sindacale, ambientale e politico La soluzione, come appare ormai evidente e di tendenza, è il potenziamento della raccolta differenziata. Claudio Conti di Legambiente Ragusa ha perorato il ragionamento ultimo del dibattito con l’ausilio di slide che, numeri al video, dimostrano come nel rapporto fra perdita e crescita di percentuali sia quest’ultima su singolo comune ad avere, fortunatamente, la meglio. Ma non basta. Bisogna operare una inversione di tendenza e dare un’accelerazione decisiva alla differenziata per evitare la chiusura delle discariche e alimentare il percorso di filiera che porta risorse economiche non indifferenti, alimenta e sostiene la occupazione, e rende un servizio più efficiente alla comunità. Se la raccolta differenziata rimane al centro del dibattito non marginali sono stati valutati il condizionamento di attività mafiose o a delinquere nel settore, come ha sostenuto Daniele Giordano, segretario nazionale della FP Cgil, attraverso il quale riescono, in qualche modo, a controllare il territorio. Questo è un tema fondamentale per rendere trasparente l’attività gestionale del servizio che è una garanzia per la tutela dei lavoratori i quali invece sono le vittime di un sistema che si vorrebbe solo produttore di utili per le imprese. C’è la necessità, dunque, di un cambio delle regole, come ha sottolineato Donatella Massa segretario regionale della F.P – CGIL, e l’occasione ci è data dalla redazione del nuovo piano dei rifiuti in Sicilia dove bisogna costruire un sistema di regole che garantiscano la tenuta delle filiera, dalla produzione allo smaltimento al riciclaggio dei rifiuti che è la premessa per sostenere l’occupazione. Non tutto il quadro è negativo in Sicilia. Vi sono, ha marcato Stefano Ciafani, direttore scientifico nazionale di Legambiente, delle eccellenze che si chiamano Trapani 2 Erice, Kalat Ambiente e un altra realtà nell’agrigentino che hanno creato dei circolo virtuoso con una resa ottimale e di esempio per gli ATO in Sicilia trasformati in carrozzoni politici a beneficio di politici trombati o a fine carriera o per assicurare dei contentini ai delusi. Il risultato è una falla di un miliardo di euro che non si sa a chi caricare. L’ATO di Ragusa non ha adempiuto ai suoi doveri quando qui è necessario fare bene e subito. Le colpe sono da intestare alla politica degli enti locali e quindi dei sindaci che non hanno saputo decidere su scelte importanti. Bisogna fare le gare e affidarle a soggetti competenti come del resto sta già avvenendo in qualche comune di questa provincia. Sul lato dei costi che aprono il triste capitolo della giustizia sociale tra i contribuenti, Claudio Conti così si esprime:” registro un’evasione molto alta e persiste in assenza di controlli. A Modica ad esempio resiste in quella non domestica e su questo versante il recupero da fare è enorme”. E’ indubbio che maggiori introiti libererebbero risorse e assesterebbero meglio i bilanci: quello delle famiglie e quelli degli enti in termini di riequilibrio. La formula per uscire fuori da questo tunnel è semplice: Aldo Mattisi, segretario generale della F.P.Cgil di Ragusa e Claudio Conti così la sintetizzano: “ La raccolta integrata dei rifiuti rimane la battere. I vantaggi riguardano lo spostamento dei costi dal capitale al lavoro con ricaduto sul piano occupazionale, aumento degli imballaggi raccolti e conseguenti riflessi economici ed occupazionali nel settore specifico; migliore gestione del territorio e diminuzione dei rischi di inquinamento del suolo e delle falde acquifere. Questi obiettivi si raggiungono attraverso le gare per l’affidamento del servizio di raccolta e smaltimento dei RSU. Procedure di gara secondo l’offerta economicamente più vantaggiosa, affidate ad un’unica stazione appaltante l’ATO in collaborazione con la Prefettura in modo da garantire da infiltrazioni di imprese mafiose."
Quale futuro per la gestione dei rifiuti urbani in provincia di Ragusa. FP Cgil e Legambiente vedono nella raccolta integrata la chiave di soluzione
- Dicembre 2, 2009
- 3:29 pm
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