L’Ospedale Busacca non si tocca. E’ in sintesi il contenuto della lettera aperta di Carmelo Aquilino del Pd che riportiamo integralmente. "Periodicamente nel nostro paese circola questo slogan, creando allarmismo fra i cittadini e gli operatori dell’ ospedale, come se mani oscure, o nemici del popolo volessero “ toccare” l’ospedale a cui tutti teniamo. In questo momento non servono steccati o divisioni politiche, dobbiamo tutti operare con la consapevolezza che solo se l’intera nostra comunità diventa protagonista si può evitare, ancora una volta, una profonda mortificazione. Se facciamo un’analisi seria del problema “Ospedale Busacca”, ci rendiamo conto come iniziative estemporanee di piazza, rischiano di essere lette come strumentali. Premesso che così com’è, sia dal punto di vista strutturale che dal punto di vista delle risorse tecnologiche professionali, l’ospedale non può garantire il fabbisogno sanitario della collettività, né tanto meno la qualità delle prestazioni, nonostante l’impegno degli operatori, “toccarlo” nel senso di rivedere l’organizzazione e la funzionalità in base alle reali necessità della popolazione, alle risorse disponibili e alle leggi vigenti, diventa una necessità non più derogabile. Oggi, qualunque problematica sanitaria locale non può che essere inserita nel più ampio contesto dell’ASP (Azienda Sanitaria Provinciale) del Piano Regionale e della legislazione Nazionale. Quando qualche anno fa, si poteva forse fare qualcosa per incrementare i servizi dell’ospedale, e creare qualche servizio di eccellenza, questo non è avvenuto e pertanto oggi nessuno può alzare il dito per dire “ io sull’agonia dell’ospedale non ho responsabilità”. Piuttosto , visto che la legge è chiara e con 25.000 abitanti non possiamo avere un ospedale completo, dobbiamo chiederci quali risposte il nostro ospedale può realmente dare al fabbisogno della nostra collettività. Domanda: Ha forse bisogno di un pronto soccorso così com’è , relegato a centro smistamento ricoveri e che non potendo essere attrezzato come un vero pronto soccorso, che nei casi gravi diventa un pericolo per chi rischia la vita? O piuttosto di un sistema quale il PTA che tracci il percorso del paziente in base alla sua gravità e si preoccupi di farlo arrivare nei giusti tempi dove realmente possano assisterlo? Guardare ad un nuovo modello organizzativo, anche forti dell’esperienza di altre realtà, dove il percorso del paziente è diverso secondo se la malattia è acuta/urgente, non urgente o cronica. Per ogni situazione sarà necessario diversificare il percorso dei pazienti nei vari servizi od Ospedali dell’ASP. Quello che dobbiamo rivendicare con forza è la riorganizzazione dell’emergenza /urgenza, ad iniziare dal servizio 118 pubblico, con ambulanze nuove, medicalizzate, con personale proprio in modo che dia la certezza che dal momento della presa in carico del paziente sia in grado di attivare i protocolli intervento con trasporto del paziente nel presidio dove può ricevere le cure più adeguate al caso. Guardare verso servizi veramente funzionanti ed efficaci che raggiungano la popolazione in termini di prevenzione, cura e di riabilitazione. Ora è il momento di guardare avanti, è tardi per rimpiangere le occasioni perdute nel passato, per pensare quello che era l’ospedale trenta anni fa. Sono cambiate molte cose, molte leggi, molte crisi. Oggi gli stanziamenti economici non sono più a pioggia come era una volta, oggi, ogni ricovero deve avere la sua giusta motivazione per essere rimborsato e se parliamo di ricoveri, certo il Busacca con i suoi pochi ricoveri non potrebbe mantenersi. Quindi , che fare? Penso che se vogliamo rendere un buon servizio alla collettività e lasciare alle future generazioni, qualcosa di concreto, dobbiamo orientarci a vigilare e perseguire obiettivi raggiungibili e valutabili in termini qualitativi e di efficacia, mettendo da parte campanilismi e false promesse . Ritengo doveroso chiedere al Sindaco l’impegno ad aprire subito un confronto di merito in un rapporto di sinergia tra l’ospedale di Scicli e di Modica e che venga nominata una commissione tecnica, di concerto tra gli enti locali e l’ASP, per formulare una proposta di ciò che può fare il Busacca e ciò che deve fare il Maggiore. In concreto ci serve l’assicurazione di avere garantito il diritto alla salute e alla salvaguardare della dignità di ogni persona, sia essa utente che operatore del Busacca". Carmelo Aquilino
Scicli. Lettera aperta di Carmelo Aquilino: “L’ospedale non si tocca”, slogan vuoto e fuorviante!
- Dicembre 4, 2009
- 10:34 pm
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