L’OSSERVAZIONE DAL BASSO……di DIRETTORE TANTI AUGURI DI BUON NATALE!

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La festa del Natale mi spinge a formulare a tutti voi, cari lettori, a tutta la redazione, agli amministratori, ai collaboratori, a quanti ci seguono particolarmente, un sincero augurio, nonché a fare qualche riflessione. Cosa posso augurarvi! Auguro a tutti noi che questo Natale possa essere l’occasione per “osare”, osare di far nascere in noi la voglia di cambiare. Senza questo “osare”, il Natale resta privo di efficacia per noi e per gli altri
Il Natale è un invito all’umiltà, alla semplicità, alla sobrietà delle parole e delle azioni, perché questo nostro tempo possa essere più umano, meno aggressivo, più giusto e veritiero: lì dove c’è giustizia e verità, la misericordia trova infatti abitazione.  Auguro a tutti che il Natale possa essere “l’aurora”, cioè l’inizio di una possibile ricerca del senso perduto, di un nuovo possibile orizzonte di speranza, specie per chi è senza lavoro, per chi è in attesa del salario, per chi è sfiduciato, amareggiato perché vive difficoltà concrete. Un’aurora che possa esprimersi nel ritorno al concreto, nella riscoperta di Dio e dell’altro come prossimo, proprio perché il prossimo, al di la delle sue idee politiche, religiose, etiche che possono condividersi o meno, ci fa capire che noi non siamo tutto, che abbiamo dei limiti, che quel che noi pensiamo e con cui spesso giudichiamo non è l’unica verità.
Purtroppo dobbiamo umilmente confessare che nel cammino della nostra vita facciamo fatica a relazionarci con gli altri; spesso ci si chiude in se stessi finendo per “assaggiare l’amaro veleno dell’immanenza”. Papa Francesco ci sta indicando la strada che porta verso l’alterità. Sento spesso dire che il Pontefice sta cambiando la Chiesa. In fondo papa Francesco non ha detto e fatto nulla di nuovo sul piano della dottrina cristiana, ha solo modificato la prospettiva: anziché dire quello che si dovrebbe fare, sta facendo lui, in prima persona, ciò che si deve fare: cerca il volto dell’altro, dei poveri, degli ultimi, dei bambini; incontra e scopre l’altro nelle carceri, negli ospedali; parla al cuore dell’uomo di questo tempo.
Il Papa, come Gesù, ci sta insegnando proprio a scoprire l’altro, ci sta testimoniando che non solo è possibile ma è anche gioioso e porta serenità scoprire il volto dell’altro. Ecco, papa Francesco ci sta testimoniando in che modo è possibile scoprire il volto dell’altro e ci sta indicando la strada dell’alterità e della misericordia come la “via santa” dove cercare la nostra e la felicità altrui.
Auguro allora a tutti voi, cari lettori di RTM, di poter riscoprire il tempo del logos, cioè della parola ragionevole, del linguaggio che è rispettoso, che non offende, che non è volgare e che sa accettare il punto di vista dell’altro, e soprattutto che “sa pensare quello che dice e scrive” e che sa liberarsi dalla tentazione del “pregiudizio” che prescinde dal contenuto.
Auguro a tutti noi di ritrovare i sentieri della pace e della misericordia, per quanto questo dipenda da noi; non lasciamo che la “cultura della vita e dell’amore”, che promana dalla grotta di Betlem e che è stata donata a tutti, credenti e non credenti, rimanga senza efficacia, ma trovi invece concretezza lungo le strade della vita, della storia fatta di contraddizioni.
Facciamo entrare tale cultura nelle nostre case, nei palazzi delle Istituzioni, nelle fabbriche, negli ambienti educativi, nelle parrocchie, negli ospedali, e soprattutto nei mezzi di informazione ove tutto sembra, a volte, risolversi in una comunicazione urlata e aggressiva che mira alla persuasione mediatica.
Il Natale possa farci comprendere che abbiamo bisogno di imparare nuovamente a parlare, ma a parlare non nel senso di dire parole, ma nel senso di porre le condizioni per contribuire a costruire e non a distruggere, a unire anziché dividere, sapendo vedere e trovare proprio le cose che ci uniscono. Buon Natale!

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