Modica, Ivana Castello(Pd): “Anomalo utilizzo dell’anticipazione di liquidità ex d.l. n. 35/2013”

ivana castello

Anomalo utilizzo dell’anticipazione di liquidità ex d. l. n. 35/2013 e conseguente mancato pagamento di alcuni debiti verso imprese ed enti pubblici. Aggravio del debito comunale. Lo denuncia il consigliere comunale del Partito Democratico di Modica, Ivana Castello, in una lunga lettera al sindaco. Ecco il contenuto della missiva.

Egregio Signor Sindaco,

l’esame di alcune voci di contabilità del Comune mi permettono, oggi, di poter apprezzare limpidamente la scopertura finanziaria a cui è esposta la città. Parto dal 2012 per avere un valore di comparazione estraneo alla sua amministrazione.
Nel 2012, anno in cui il Comune, stanti le difficoltà di cassa, si è dato l’obiettivo di riequilibrare i conti attraverso un piano di razionalizzazione della spesa, su una scopertura accordata di 12.848.860,00 euro, a fine anno risultavano utilizzati 7.228.179,45 euro.
Nel 2013, al 31 di dicembre, il debito è lievitato a 10.058.736,11, con un incremento di (10.058.736,11 – 7.228.179,45) 2.830.556,66 euro. Considerato, però, che il fido risultava eroso solo per 2.817.300,11 euro, deve ritenersi che il debito sia stato mascherato attraverso i fondi vincolati del d. l. 35/2013 che ammontavano a 7.241.436,00.
Anche nel 2014 la scopertura si è attestata sui 10 milioni, ma nei fatti risultava intaccata solo per 72 centesimi perché, anche in questo, caso la somma in uscita è stata mascherata dai fondi del d. l. 35.
Nel 2015, infine, a fronte di una scopertura accordata di 20.816.395,00, a fine anno risultavano utilizzati 19.887.131,49 euro.
Quanto detto si evince se si esaminano i saldi annuali riportati alla tabella che segue.

Tab. – Andamento della scopertura tra il 2012 e il 2015 e uso improprio dei fondi ex d. l. 35/2013
Titolo 2012 2013 2014 2015
Fido accordato 12.048.860,00 13.759.403,00 17.064.117,00 20.816.395,00
Fido utilizzato alla fine di ogni anno (A) 7.228.179,45 2.817.300,11 0,72 19.887.131,49
Fondo cassa (B) – – 11.554.880,67 –
D.l. 35/2013 (C) – 7.241.436,00 21.747.606,90 26,30
Esposizione effettiva (A-B+C) -7.228.179,45 -10.058.736,11 -10.192.726,95 -19.887.157,79

Ciascuna colonna contiene i valori essenziali di cui ho parlato. Come vede, nel 2012 la colonna presenta solo due valori: la scopertura accordata e la scopertura utilizzata. I fondi del d. l. 35 non erano ancora arrivati. Nel 2013 arrivano in due tranches eguali, di 20.145.196,40 euro, per complessivi (20.145.196,40 + 20.145.196,40) 40.290.392,80 euro. Non sono riportati in tabella, ma producono un saldo positivo nella cassa, che si abbassa man mano che l’importo si spende per saldare i debiti a cui sono vincolati. Restano 7.241.436,00 euro, che mascherano l’effettivo utilizzo del fido: la scopertura impegnata, infatti, a fine anno risulta pari a 2.817.300,11 mentre in realtà è di 10.058.736,11 euro. La differenza è coperta dai 7.241.436,00 euro non spesi del d. l. 35. L’importo è uno dei tanti cui si riferisce la Corte dei conti quando, a pagina 82 della Delibera 311/2015, osserva che il fido apparentemente utilizzato, nel nostro caso di 2.817.300,11 euro, ove «sterilizzato» dei fondi ex d. l. 35, salirebbe notevolmente e darebbe la vera condizione di difficoltà economica del Comune.
Le parole cui ci mi riferisco sono le seguenti:

«…l’anticipazione di liquidità non è una fonte di copertura delle obbligazioni ma una mera anticipazione di cassa rispetto a effettive risorse tratte dalle proprie capacità di bilancio costituenti la copertura degli impegni (“anticipazione di liquidità finalizzata a ricostruire le risorse di cassa necessarie al pagamento di spese già finanziate” […], onde consentire “di superare l’emergenza dei pagamenti dei debiti pregressi e si concretizza nella mera sostituzione dei soggetti creditori dell’Ente (il MEF in luogo degli originari creditori), cfr. deliberazione della Corte dei conti sez. Autonomie n. 19/2014). Di qui l’individuazione “dell’obbligo di sterilizzare l’anticipazione, affinché la stessa da strumento di flessibilizzazione della cassa non diventi anomalo mezzo di copertura di nuove spese e di riduzione del disavanzo con modalità contrarie agli artt. 81 e 119, sesto comma, Cost.” (Corte cost. n. 181/2015)».

A farla breve, nel 2013 la scopertura appare di 2.817.300,11 ma in realtà è di 10.058.736,11 euro.
Identico risultato troviamo nel 2014, anno in cui il Comune di Modica fa il figurone del capitalista col sigaro in bocca. La banca gli offre un fido di 17.064.117,00, ma lui lo rifiuta. Si pensi che di esso utilizza meno di un euro: 72 centesimi. Insomma ha la scopertura ma nemmeno la sfiora: quasi a dire che i soldi li ha e non ha bisogno di prestarseli. In realtà le cose stanno diversamente: il Comune ha ricevuto la terza tranche di fondi ex d. l. 35, 24.173.227,18, di cui ha speso 2.425.620,20 euro. Restano 21.747.606,90 euro. Per calcolare la scopertura impiegata occorre, lo dice la Corte dei conti, sterilizzare l’anticipazione, ovvero sottrarla al saldo finale tenendo conto dell’eventuale esistenza di un fondo cassa. Così facendo per il 2014 il fido impiegato è pari a 10.192.726,95.
Nel 2015 lo scenario cambia, perché la Corte dei conti ha ingiunto al Comune di procedere alla restituzione, entro l’anno, della somma acquisita ma non utilizzata ai sensi del d. l. 35. Lei decide di restituirla l’ultimo giorno dell’anno per farla produrre al massimo contra legem. Nella colonna che contiene i saldi al 31 dicembre, per ciò, non compaiono, se non 26,30 euro in corrispondenza dei fondi ex d. l. 35. L’Amministrazione dismette le vesti del capitalista e spende quasi tutto il fido concesso: di 20.816.395,00 euro spende 19.887.131,49, a cui vanno aggiunti i 26,30 euro residui del fondo d. l. 35. In totale, per tanto, la scopertura effettiva risulta di 19.887.157,79 euro. Al 31 dicembre 2015, in breve, termina l’utilizzo anomalo e illegale dell’anticipazione ricevuta dalla Cassa Depositi e Prestiti e cessa anche il vezzo di far apparire il Comune tendenzialmente in parità di cassa, quando in realtà non lo è mai stato.

In tre anni il debito comunale complessivo è cresciuto di (19.887.157,79 – 7.228.179,45) 12.658.978,34, alla media di (12.658.978,34 : 3) 4.219.659,45 euro all’anno. Lei ha la responsabilità di aver indebitato il Comune ricorrendo al trucchetto di far apparire la contabilità comunale in equilibrio, come nel 2014; indebitata solo per 2.817.300,11 euro, nel 2013, quando l’esposizione era di ben dieci milioni; o indebitata per soli 4.829.151,78 al 30 dicembre 2015 quando, il giorno dopo, a seguito della restituzione dei 14 milioni alla Cassa Depositi e Prestiti, è lievitata, improvvisamente, a 19.887.131,49.

Chiuderei con gli immancabili quesiti:

1°. conosce i principi generali del governo di una città? Conosce o no che tra essi è, in primo piano, il principio di legalità, il quale afferma che il governo di una città va svolto nel rispetto delle leggi?
2°. ha letto o no l’accusa che la Corte dei conti ha mosso contro il Comune da lei guidato alle pagine 85 e 86 della Delibera 311 del 2015? Gliela ricordo:

« Ciò detto ai fini dell’entità della crisi di liquidità occorre anche segnalare la grave irregolarità contabile perpetrata dall’ente.
Pur mancando un sistema di corretta contabilizzazione e monitoraggio dell’utilizzo per cassa delle entrate a destinazione vincolata (…) è evidente come il saldo delle somme vincolate (…), in gran parte relative alle anticipazioni di liquidità della Cassa Depositi e Prestiti, non essendo stato impiegato per il tempestivo pagamento dei debiti pregressi cui era destinato o per le residue destinazioni, è stato utilizzato per far fronte alle ordinarie obbligazioni dell’ente (o comunque ad obbligazioni diverse da quelle cui erano vincolate). Deve, al riguardo, notarsi che sebbene l’ordinamento consenta come norma generale l’utilizzo per cassa di entrate vincolate, nel caso specifico delle entrate derivanti dalle anticipazioni di liquidità ai sensi del D.L. n. 35/2013, sia la natura di “anticipazione di liquidità” di tale forma di entrata (…..) – sia il peculiare “vincolo di scopo” impresso dal legislatore e preordinato al “tempestivo” pagamento dei debiti pregressi della pubblica amministrazione (tempestività che diviene “immediatezza” una volta che le somme sono erogate, stante che l’ente deve rendicontarne l’utilizzo entro 45 giorni) impediscono di poterne fare un uso diverso da quello cui tale peculiare entrata è ex lege destinata sia per competenza che per cassa.
(…)
In sostanza, in violazione dei principi definiti dalla sentenza n. 181/2015 della Corte costituzionale il distorto uso delle anticipazioni (…) ha provocato il duplice effetto negativo: (…) di non pagare, da un lato i debiti pregressi -lasciando irrisolta una grave patologia- e, dall’altro, di consentire il pagamento di spese correnti prive di sostenibilità finanziaria (sebbene teoricamente dotate di copertura di bilancio), potendo così continuare a trascurare uno dei fondamentali equilibri del bilancio ». Che ne pensa?

3.° perché non ha immediatamente applicato la deliberazione e ha atteso la fine dell’anno per restituire i residuali 14 milioni alla Cassa Depositi e Prestiti, preferendo continuare nel comportamento qualificato illegale dalla Corte Costituzionale prima e dalla Corte dei conti dopo?
4°. perché invoca la legalità quando deve riscuotere i tributi dai cittadini, se poi, lei, riconosciuto e dichiarato in posizione illegale, esplicitamente, dalla Corte dei conti, ha continuato a tenere i fondi ex d. l. 35 in difformità a quanto statuito per legge? A questo comportamento assimilo quello di far pagare i consumi idrici contravvenendo alle più elementari norme giuridiche, ivi comprese la lettura dei contatori e quella di commisurare il canone all’effettivo consumo. Perché continua a fare il furbo, notificando bollette maggiorate (ovviamente per far cassa) in barba ad ogni più elementare principio di legge? E’ questo l’esempio che un Sindaco deve dare ai cittadini? E se qualcuno rifiutasse di applicare la legge e, per imitarla, e non pagasse i tributi dovuti, lei come reagirebbe?

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