“GIORNO DELLA MEMORIA” PER NON DIMENTICARE…….A CURA DI RITA FALETTI

giornata della memoria

Oggi, mercoledì 27 gennaio, ricorre il Giorno della Memoria. Tutti gli anni, in questo giorno, diverse scuole italiane promuovono attività che evocano uno dei più impressionanti e feroci crimini contro l’umanità: la Shoah, lo sterminio di circa 8 milioni di ebrei da parte dei nazisti. Documenti, foto, filmati, testimonianze di pochi sopravvissuti fanno rivivere la tragedia che durante la Seconda Guerra Mondiale si abbatté su un popolo innocente. Innocente in quanto di nessuna colpa si era macchiato, eppure colpevole. Colpevole della propria esistenza perché estraneo alla razza ariana,

secondo Hitler la razza pura per eccellenza, destinata al predominio del mondo. Ripercorrendo la storia di quella tragedia, ci si domanda come sia stato possibile che un essere umano abbia concepito un piano così perverso quale l’eliminazione fisica del “nemico” per uno scopo tanto stupido e inutile come la pulizia etnica e come un popolo civile come quello tedesco non si sia opposto. La giustificazione della pazzia, o della schizofrenia o di un’altra forma di disturbo psichico serve a farci sentire meglio. Ma c’è un “ma”. Hitler non era pazzo, era fragile psicologicamente, ipocondriaco e irascibile. Lo stress cui era sottoposto per i numerosi incarichi politici, che lo costringevano a ricorrere a farmaci, nel tempo indebolirono la sua mente. Inoltre, ed è sorprendente venirne a conoscenza,   non era di indole violenta. L’idea dei campi di concentramento venne a Goering per tenerci i prigionieri politici, cioè gli oppositori del nazismo. Più tardi fu Heinrich Himmler che suggerì a Hitler di metterci i rom, gli omosessuali e gli ebrei. E Hitler non si oppose. Non per questo fu meno colpevole. In quanto alla popolarità e al vastissimo seguito che ebbe e che coincise con quello di un intero Paese, si deve sapere che Hitler aveva un carisma irresistibile. Inoltre, per capire come il partito nazista conquistò il potere, è utile ricordare la gravissima crisi economica e occupazionale che la Germania stava vivendo. Da nazionalista quale era, Hitler non poteva sopportare la capitolazione del proprio Paese, così decise che la sua missione sarebbe stata quella di salvarlo. E, ciò che in pochi sanno, riuscì nel suo intento. La produzione industriale crollata e la disoccupazione di massa non esistevano più grazie alle politiche economiche introdotte dal dittatore. Si spiega così perché non trovò mai ostacoli al suo cammino. È ovvio che non intendo minimamente presentare il soggetto come un salvatore della patria. Rimane un criminale. Voglio solo mettere in guardia chi pensa che fece tutto da solo in una fase di grande prosperità per il Paese. Fu aiutato da criminali come e forse più di lui, in un momento di crisi economica profonda. La memoria delle sofferenze e delle atrocità di cui furono vittime i poveri ebrei ci impone una riflessione seria sul fatto che la “follia” umana può scatenarsi quando una serie di fattori fa apparire una situazione non più sostenibile. E non siamo superficiali quando ci dicono che il 18% di giovani tedeschi ritengono il comportamento degli israeliani nei confronti dei palestinesi una forma di nazismo. L’ignoranza è il giudice peggiore e il peggior consigliere, come la superficialità. E teniamo sempre presenti i famosi “ricorsi storici” di Giambattista Vico e le pericolose ondate di antisemitismo. La storia futura, ognuno di noi contribuisce a scriverla.

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