Il bambino sta crescendo troppo lentamente? La rubrica del dottore Federico Mavilla

federico mavilla

Una problematica che frequentemente mi viene posta, specialmente dalle mamme, è se la crescita del proprio/a figlio/a stia avvenendo regolarmente. Naturalmente non mi sostituisco al pediatra, se il piccolo ha un’età pediatrica, ma, in verità, quando hanno più di sei anni, e li ho in carica io,

mi limito tutte le volte solo a cercare di evitare l’eventuale preoccupazione che i genitori manifestano, se i valori si discostano di poco da quelli che vengono riportati dalle curve di statistica, inviando, invece, allo specialista di competenza, quando ci sono valori di sospetto valore patologico.
In generale quindi, quando i valori discostano di poco da quelli indicati, non è il caso di preoccuparsi. Le curve forniscono un’indicazione valida per la media, dando per scontato che un bambino sia nato a termine e senza problemi di salute. Piccole oscillazioni sono frequenti, e non necessitano di una medicalizzazione del percorso di crescita.
E’ bene sapere che ogni bambino attraversa due momenti di crescita rilevante: nei primi due anni e all’inizio dell’età adolescenziale. All’inizio il peso di un neonato raddoppia in sei mesi e triplica al compimento del primo anno di vita. La statura, invece, aumenta di 25 centimetri all’anno, fino ai 24 mesi di vita.
Un bimbo di due anni dovrebbe pesare non più di 12,5 chili ed essere alto 76-77 centimetri. A tre il suo peso non dovrebbe essere superiore a 15 chili, con un’altezza di 94-95 centimetri. A quattro anni le curve indicano una statura pari a 103 centimetri, con un peso di 16,5 chilogrammi.
In generale oggi ci sono sempre più elementi per affermare che nei primi due si costruisce la salute del futuro adulto. Un’alimentazione completa, cui fa seguito un programma di crescita adeguato, è la base su cui costruire il percorso di prevenzione nei confronti del diabete, delle malattie cardiovascolari e di alcuni tumori.
Più che alla bilancia e allo statimetro, conviene prestare attenzione al comportamento del proprio bambino. È importante controllare cosa, quanto e quando mangia: ricordando che è importante consumare cinque pasti al giorno, sin dai primi anni di vita, e mangiare una quantità adeguata di frutta e verdura. Occorre prestare attenzione anche alla frequenza con cui un bambino si ammala: se ciò accade troppo spesso, potrebbe essere la “spia” di un percorso di maturazione deficitario.
Chiudo con un consiglio. Non conviene preoccuparsi troppo se, fino ai sette anni di vita, il bambino dovesse lamentare dolori alle ginocchia. La causa risiede nel differente sviluppo tra la parte esterna dell’osso (più rapida) e quella interna (più lenta) che provoca lo stiramento di alcuni nervi, responsabile del dolore improvviso, che altrettanto rapidamente svanisce.
Il consulto di uno specialista è necessario soltanto se mutano la sede e l’intensità del dolore, che altrimenti è destinato a non lasciare conseguenze nel bambino.

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