M5S: Tante le scuole modicane senza riscaldamenti! Una situazione ormai insostenibile!

Un disegno all'ingresso di una scuola

Ore 10 del mattino, fuori il termometro è fermo 8° C, nelle aule dell’Istituto Archimede di Modica, ciascuno studente fa fronte come può a una temperatura di poco superiore: tengono indosso giacconi, guanti, cappucci; c’è chi ha portato da casa uno scaldino elettrico, chi un plaid che tiene sulle gambe o sulle spalle. Lo stesso quadro al liceo linguistico dell’Istituto Verga, in questi giorni in autogestione. Non si è rotta accidentalmente la caldaia, ma manca semplicemente il gasolio!

È ricorrenza annuale di un problema irrisolto di molte, troppe, forse tutte, le scuole di Modica; e supponiamo non solo di Modica. È la ‘Buona scuola’ di Renzi; quasi un’espressione augurale come ‘Buon Natale’ o ‘Buona Pasqua’. La stessa ‘Buona scuola’ che ha portato in quel primo istituto a una raccolta fondi tra famiglie degli studenti, per comprare il gasolio necessario a superare i picchi del freddo stagionale: ogni studente 3 euro, per attivare la caldaia per altri dieci giorni! E dopo? Sappiamo che la spesa per l’acquisto del combustibile per il riscaldamento è sostenuta, per le scuole dell’infanzia, elementare e media, dal Comune e dall’ex-Provincia per le scuole superiori. Entrambi questi enti, evidentemente, non hanno previsto per questa spesa di bilancio una somma adeguata! La cosa strana è che questa svista, dimenticanza, disattenzione, la commettono ogni anno; un anno dopo l’altro, si potrebbe dire ‘senza soluzione di continuità’ e il problema si ripresenta tutti gli anni; come il 2 Giugno, festa della Repubblica, o meglio come il Natale e la Pasqua appunto, e questo spiega la componente augurale che porta in sé il decreto di Renzi: ‘Buona scuola’; nel senso che, a studenti, insegnanti e personale, ha inteso esprimere l’augurio che superino incolumi, o quanto meno senza troppi danni, il tempo trascorso a scuola, pur in presenza del suo ‘decreto’ e pur in assenza di riscaldamento nelle aule. In questo sforzo augurale Renzi non è solo! Gli fanno compagnia le amministrazioni degli enti locali di comuni e province, e l’assessorato regionale, tutti coinvolti, in base a un principio di sussidiarietà, nella ‘Buona scuola’, ciascuno con i propri capitoli di bilancio e impegni di spesa necessari all’acquisto del gasolio per il riscaldamento. Braccio armato della ‘Buona scuola’, tutore della legge e garante dell’ordine è infine la figura del dirigente scolastico, il preside per intenderci. Per via dei poteri conferitigli dal decreto sulla ‘Buona scuola’ la stampa l’ha definito ‘preside sceriffo’, ‘preside-manager’, era l’abito che gli si chiedeva di indossare nelle precedenti riforme Moratti e Gelmini. Investiti di ruoli dirigenziali, queste figure devono necessariamente servire il Governo nazionale e regionale; e il Governo nazionale, quasi legittimamente costituito, impone loro 200 gg. di attività scolastica; non possono chiudere la scuola inagibile per il freddo! Loro e il loro operato saranno valutati, ogni anno, dall’Ufficio Scolastico Regionale, e minacciare la chiusura di una scuola è fatto grave! Anche nel caso in cui seri siano i motivi di una tale minaccia. Un tale operato connoterebbe la scarsa capacità gestionale del preside e potrebbe configurarsi il reato di ‘interruzione di pubblico servizio’. Forse, se a valutare l’operato dei presidi, la loro riconferma o meno nel posto che occupano, fosse l’utenza (studenti e genitori), sarebbe altra la loro linea d’orizzonte; forse sarebbero più inclini a minacciare la chiusura della scuola quando non vengono garantite le condizioni essenziali per fare scuola, e condizione essenziale non è sicuramente restare per cinque o sei ore ogni santo giorno in aule al freddo! Il M5S Modica, di fronte a una tale grave situazione si è già dato da fare, sensibilizzando l’opinione pubblica attraverso volantinaggi all’ingresso delle scuole e quant’altro serva a fare svegliare i responsabili o meglio gli irresponsabili e continuerà la sua incisiva azione a tutti i livelli fin quando non sarà assicurata la necessaria dignità a studenti, insegnanti e personale scolastico.

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