Processo delle villette abusive a Modica. Colpo di scena: sarà il Tribunale di Palermo ad occuparsene

villette via rocciola scrofani

Dovrà ricominciare d’accapo e, peraltro, se ne dovrà occupare il Tribunale di Palermo, il processo sulle villette abusive di Via Rocciola Scrofani e che vede imputati 95 persone e 5 cooperative per truffa aggravata in concorso. Il giudice Monocratico del Tribunale di Ragusa, Elio Manenti, ha dichiarato la propria incompetenza territoriale come aveva contestato  dal collegio difensivo composto tra gli altri dagli avvocati Michele D´Urso, Fabio Borrometi, Luigi Piccione, Ignazio Galfo, Mario Caruso, Salvatore Giurdanella, Robin Giannone e Massimo Ianò. Un colpo di scena scaturito dal fatto che il finanziamento di oltre 2 milioni di euro concesso ad una delle cooperative edilizie coinvolte nel procedimento fu richiesto in maniera indebita all’istituto regionale per il credito cooperativo (Ircac) di Palermo, che si è costituito parte civile nella prima udienza del processo dello scorso maggio, che, a questo punto, viene di fatto annullata. Il collegio difensivo ha sollevato l’eccezione di incompetenza per territorio dal momento che l’Ircac, costituitasi parte civile, ha sede proprio nel capoluogo isolano e per questo motivo in quel tribunale deve svolgersi il processo. Una tesi accolta dal giudice che si è, come accennato, dichiarato incompetente. Si dovrà quindi ricominciare daccapo per la data, che sarà fissata tra qualche mese, della prima udienza del processo che sarà celebrato nel tribunale di Palermo, dove sono già stati inviati i faldoni e gli incartamenti. Il procedimento scaturisce dalla costruzione parzialmente difforme rispetto ai progetti di 44 villette a schiera in contrada Rocciola Scrofani. L’Ircac, patrocinato in giudizio dall’avvocato Franco Rovetto , aveva optato per la costituzione di parte civile solo avverso la cooperativa «Trinacria», i cui presidenti e soci sono imputati nel procedimento assieme a quelli delle altre 4 cooperative «Quasimodo», «Montale», «Amicizia» e «America». L’avvocato Rovetto sostiene difatti che solo la «Trinacria» ottenne dall’istituto regionale per il credito cooperativo, con artifizi e raggiri, un finanziamento indebitamente percepito di circa 2 milioni 130 mila euro per l’edificazione di 23 villette a schiera.

L’ente erogatore chiede la restituzione integrale del finanziamento a suo tempo concesso, oltre al risarcimento danni. Nel processo risultano parti offese la Regione Siciliana, il comune di Modica e, per l’appunto, l’istituto regionale per il credito cooperativo, ovvero l’unico ad essersi costituito parte civile. Tra i 95 imputati figurano i proprietari di immobili, i direttori dei lavori, i titolari di imprese edili ed i presidenti e i soci delle cinque cooperative edilizie. Anche le cooperative furono a suo tempo rinviate a giudizio come persone giuridiche. Oltre al già citato reato di truffa aggravata in concorso, sono contestati pure le false attestazioni in atto pubblico, l’abusivismo edilizio e la mutazione delle destinazioni d’uso degli immobili, limitatamente alle responsabilità di ciascun imputato. L’ammontare complessivo della somma che secondo gli inquirenti sarebbe indebitamente stata sottratta alla Regione, ente erogatrice dei finanziamenti per l’acquisto delle villette a mutuo agevolato, è di 7 milioni e 600 mila euro. Tutto questo fu segnalato dagli inquirenti alla Corte dei conti. L’indagine della guardia di finanza scattò sulla base di un esposto anonimo, a quanto pare riconducibile ad un soggetto che non ottenne l’ammissione in una cooperativa. L’indagine portò in primo luogo alla contestazione del reato di truffa aggravata in concorso non solo ai danni della Regione Siciliana, ma anche del comune di Modica, nonché dell’Ircac, in quanto le villette sarebbero state realizzate in maniera difforme rispetto al progetto originario. l’eccezione  sollevata dal collegio difensivo composto tra gli altri dagli avvocati Salvatore Giurdanella, Robin Giannone e Massimo Ianò. Un colpo di scena scaturito dal fatto che il finanziamento di oltre 2 milioni di euro concesso ad una delle cooperative edilizie coinvolte nel procedimento

fu richiesto in maniera indebita all’istituto regionale per il credito cooperativo (Ircac) di Palermo, che si è costituito parte civile nella prima udienza del processo dello scorso maggio, che, a questo punto, viene di fatto annullata. Il collegio difensivo ha sollevato l’eccezione di territorialità dal momento che l’Ircac, costituitasi parte civile, ha sede proprio nel capoluogo isolano e per questo motivo in quel tribunale deve svolgersi il processo. Una tesi accolta dal giudice che si è, come accennato, dichiarato incompatibile. Si dovrà quindi ricominciare daccapo per la data, che sarà fissata tra qualche mese, della prima udienza del processo che sarà celebrato nel tribunale di Palermo, dove sono già stati inviati i faldoni e gli incartamenti. Il procedimento scaturisce dalla costruzione parzialmente difforme rispetto ai progetti di 44 villette a schiera in contrada Rocciola Scrofani. L’Ircac, patrocinato in giudizio dall’avvocato Franco Rovetto , aveva optato per la costituzione di parte civile solo avverso la cooperativa «Trinacria», i cui presidenti e soci sono imputati nel procedimento assieme a quelli delle altre 4 cooperative «Quasimodo», «Montale», «Amicizia» e «America». L’avvocato Rovetto sostiene difatti che solo la «Trinacria» ottenne dall’istituto regionale per il credito cooperativo, con artifizi e raggiri, un finanziamento indebitamente percepito di circa 2 milioni 130 mila euro per l’edificazione di 23 villette a schiera. L’ente erogatore chiede la restituzione integrale del finanziamento a suo tempo concesso, oltre al risarcimento danni. Nel processo risultano parti offese la Regione Siciliana, il comune di Modica e, per l’appunto, l’istituto regionale per il credito cooperativo, ovvero l’unico ad essersi costituito parte civile. Tra i 95 imputati figurano i proprietari di immobili, i direttori dei lavori, i titolari di imprese edili ed i presidenti e i soci delle cinque cooperative edilizie. Anche le cooperative furono a suo tempo rinviate a giudizio come persone giuridiche. Oltre al già citato reato di truffa aggravata in concorso, sono contestati pure le false attestazioni in atto pubblico, l’abusivismo edilizio e la mutazione delle destinazioni d’uso degli immobili, limitatamente alle responsabilità di ciascun imputato. L’ammontare complessivo della somma che secondo gli inquirenti sarebbe indebitamente stata sottratta alla Regione, ente erogatrice dei finanziamenti per l’acquisto delle villette a mutuo agevolato, è di 7 milioni e 600 mila euro. Tutto questo fu segnalato dagli inquirenti alla Corte dei conti. L’indagine della guardia di finanza scattò sulla base di un esposto anonimo, a quanto pare riconducibile ad un soggetto che non ottenne l’ammissione in una cooperativa. L’indagine portò in primo luogo alla contestazione del reato di truffa aggravata in concorso non solo ai danni della Regione Siciliana, ma anche del comune di Modica, nonché dell’Ircac, in quanto le villette sarebbero state realizzate in maniera difforme rispetto al progetto originario.

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