IN PUNTA DI LIBRO……di Domenico Pisana. La filosofia del linguaggio e della parola nella raccolta “A trazione poetica” di Marco Giuseppe Ciaurro

FOTO CIAURRO

foto libroLa parola come linguaggio detto in un contesto di vita, la parola che è capace di cogliere anche il segreto della pietre e di trasformare il silenzio in messaggi rumorosi, caratterizza la silloge poetica di Marco Giuseppe Ciaurro, dal titolo emblematico “A trazione poetica”, Carmignano Editrice, 2015.

Una raccolta fuori dal coro, che si sviluppa con un piglio filosofico e carico di amplessi intellettuali che supportano una forma lirica non convenzionale ma carica, invece, di dichiarazioni di poetica.
“Essere si diviene. Tutto si trasforma, niente si distrugge”: sono i versi della poesia “Parmenide” , dove Ciaurro opera una incursione di tematiche filosofiche nella quotidianità dell’uomo, il quale vive il “pianto quotidiano della natura”, tanto decantato dai telegiornali e spesso al centro del frastuono mass-mediale.
Quella di Ciaurro è una silloge poetica che si snoda in modo bi-fronte, nel senso che mette a fronte del sentimento poetico un processo di narrazioni che si integrano nell’unità di una riflessione concentrata in un titolo anch’esso paradigmatico: “Contro la notte”. E’ la notte dove la parola squarcia il silenzio e si imbatte contro le tenebre; è la notte dove la parola trova la sua ispirazione: “Si scrive sempre di notte e,/forse, si scrive solo la notte”(p.58).
In un tempo nel quale la comunicazione corre veloce e trova nelle parole uno strumento di ambiguità, i versi di Ciaurro hanno il sapore di una verità che si fa spazio dentro le finzioni della mente e del cuore: Ogni giorno, anzi di giorno in giorno/ noi non sfuggiamo al linguaggio,/ siamo invischiati,/ imprigionati nel commercio della parola”(p.64). C’è, insomma, un ansia di tormento ed una ricerca di linguaggi veri nella poesia di Ciaurro, ricerca che aspira al linguaggio dell’essere più che dell’avere, e che il poeta asseconda con quella “candela che fa luce/ con la sua flebile fiammella /nell’intelletto umano”(p.54).
Il testo è supportato da una apparto iconografico che riporta immagini di Franco Sumberaz, immagini dove il rapporto tra il tutto e la parcellizzazione dell’essere si dispiega in una disgregazione di sostanze e di pensieri, la stessa che attraversa l’essenza più profonda dell’anima dell’uomo. E quella di Ciaurro è un’anima che non gioca con l’essere né con le parole, ma che dà alle parole un valore semantico profondo, un ruolo “ri-creativo”, una capacità rigeneratrice, atteso che per lui “il linguaggio è/ un omaggio misterioso alla vita” e il pensiero “una medicina amara /all’esistenza misera e sovrana”.
Linguaggio e Parola come “voce dell’anima” curvati sul divenire della vita sono, dunque, le coordinate di questa raccolta poetica di Ciaurro, che riesce a scrivere i suoi sentimenti, i suoi anticonformismi sulle vie di una follia affidata alla scrittura concepita come acqua che scorre nel deserto, che lava dalle scorie i percorsi delle relazioni umane, che sa farsi luce nel buio, che sa cogliere le vere domande di senso, o meglio quella domanda che la filosofia ha sempre messa al centro: “diceva Socrate che la domanda /siamo noi che procediamo/con le nostre bisacce piene in spalla…” (p. 23).
La poetica di Ciaurro è davvero una sfida al nostro tempo, ove si registra una forte crisi del logocentrismo, atteso che la modernità è stata per eccellenza il tempo del logos, della parola e che il logos è il linguaggio della ragione. La modernità è stato il tempo dell’ebbrezza della parola, delle parole che ci hanno ingannato; basti pensar al dramma della incomunicabilità di oggi come segnale della crisi della parola: molti autori di teatro, di poesia e di letteratura del Novecento hanno fatto dell’incomunicabilità il cavallo di battaglia.
Questo libro di Ciaurro mette al centro il rapporto tra “parola e Parola”, opera una sorta di circolarità ermeneutica tra la parola che dice parole e la Parola che si fa ascolto, virtù, accoglienza, sguardo, dono che – come si legge nel prologo del volume- “si posa nell’essere, ovvero nel neutro in comune della parola condivisa, nella difficile pronuncia condivisa della parola amore”.
Un testo di poesia sicuramente da leggere per gli stimoli che offre, per la sua forza espressiva e per quella connessione di linguaggi esistenziali che mettono in sinergia poesia, filosofia e prosodia dell’anima.

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