Fumo e sigarette elettroniche: la rubrica del dottore Federico Mavilla

federico mavilla

Il fumo è ormai da anni un serio problema di salute pubblica: oltre 6 milioni di persone muoiono ogni anno nel mondo per patologie correlate al fumo, come cancro al polmone e malattie cardiovascolari. Nonostante ci sia la consapevolezza dei danni che esso provoca alla salute umana,

non solo non è sufficiente a disincentivarla, ma porta l’individuo a sottostimare il rischio quando riguarda se stesso, in una sorta di “eccesso di ottimismo”, e cosa ancora più grave è che il numero di fumatori è ancora consistente.
In effetti, la dipendenza dal fumo di sigaretta raramente viene percepita, dagli stessi fumatori o nell’opinione comune, come una dipendenza e spesso viene “sminuita” come un vizio. Persiste ancora radicato il luogo comune che il fumatore se lo sia andato a cercare. Il processo di cessazione non è un percorso facile, ed è proprio la presenza di un duplice meccanismo psicologico e fisiologico che rende difficoltoso l’abbandono.
Negli ultimi anni si è molto parlato, anche sui media e nell’opinione pubblica, di sigarette elettroniche; si tratta di dispositivi elettronici, con o senza nicotina, che si sono diffuse molto negli ultimi anni tra i fumatori ritenendo che possono aiutare i fumatori stessi a smettere di fumare.
Ci si chiede, quindi, la sigaretta elettronica aiuta o no a smettere di fumare? Numerose e aggiornate pubblicazioni scientifiche presenti in varie riviste affermano che le sigarette elettroniche non dovrebbero mai essere consigliate come aiuto a quelle persone impegnate in un percorso di disassuefazione dal fumo.
Sono due i parametri che vengono presi in esame quando si cerca di misurare le opportunità concesse dalle sigarette elettroniche: la capacità di aiutare i fumatori a smettere e la riduzione del danno. Il primo punto è ancora piuttosto dibattuto. Nei centri antifumo, da cui passa appena il due per cento degli italiani che ogni anno smettono di fumare (quasi nove su dieci dichiarano di esserci riusciti da soli), il percorso di disassuefazione prevede la prescrizione dei sostitutivi della nicotina (cerotti, inalatori, gomme da masticare e pastiglie da sciogliere), testati sul piano della sicurezza e della qualità e in grado di ridurre i sintomi dell’astinenza. Possono eventualmente essere abbinati altri farmaci (vareniclina e bupropione) e la psicoterapia.
C’è unanimità, invece, circa le conseguenze provocate dal fumo elettronico. Gli studi sulla tossicità ci dicono che è meno dannoso rispetto a quello tradizionale, per quanto i liquidi contenuti all’interno possano provocare irritazione alla gola e l’e-cig rappresenti una fonte di fumo passivo. Nei vapori emessi dalle diverse sigarette elettroniche compaiono anche sostanza cancerogene e metalli pesanti.
Si ritorna al concetto puro di prevenzione : non bisogna mai iniziare a fumare !!!!!

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