RIMBORSO SISMA 90, CONTRADDETTO LO SPIRITO DELLA NORMA PER I LAVORATORI SUBORDINATI. LA SENATRICE PADUA PRESENTA INTERPELLANZA AL MINISTERO ECONOMIA E FINANZE

Venera   Padua

Intervenire al più presto per sbloccare una situazione che, nella sostanza, contraddice lo spirito e la ratio della norma inserita nella legge di stabilità per il 2015 (articolo 1, comma 665) relativa ai rimborsi dei contribuenti che hanno versato imposte in eccesso nel triennio 1990-1992, nelle province di Catania, Ragusa e Siracusa, e ai quali spetta il diritto al rimborso. Per lo meno, in riconoscerlo senza dubbi in favore dei lavoratori subordinati.

É quanto chiede al Governo la senatrice Pd Venera Padua, in un’interpellanza presentata nei giorni scorsi a Palazzo Madama e rivolta al ministero dell’Economia e delle Finanze. “La norma inserita nella Stabilità – spiega Padua – intendeva essere il più favorevole possibile a tutti coloro i quali avessero adempiuto i propri obblighi tributari, sanando una situazione di iniquità venutasi a creare tra i contribuenti. L’obiettivo è quello di superare le interpretazioni restrittive sul diritto al rimborso fornite dall’Agenzia delle entrate e, in conformità con le disposizioni di legge, riconoscere tale diritto almeno in favore dei lavoratori dipendenti. Per le imprese, invece, come il Governo ha ribadito più volte sia al Senato che alla Camera, c’è un divieto posto dalla Commissione Europea, che considera tali benefici fiscali al pari di aiuti di Stato (decisione n. 5549 del 14 agosto 2015) e quindi incompatibili con la normativa comunitaria”.
“Il punto – prosegue la senatrice – è almeno superare l’interpretazione fornita dall’amministrazione fiscale sulla non rimborsabilità delle ritenute in favore dei lavoratori subordinati (risoluzioni n. 23/E del 2005 e n. 247/E del 2008) dove si è ritenuto che il regime agevolativo potesse farsi valere esclusivamente nei confronti del sostituto d’imposta, il datore di lavoro, e non di quelli del sostituito, il lavoratore subordinato. L’ammontare della tassazione, però, si basa sul reddito prodotto dal lavoro dipendente, essendo il regime sostitutivo un mero strumento per il versamento dei tributi dovuti: non è quindi pensabile che l’esecutivo avalli l’interpretazione restrittiva fornita dall’Agenzia delle Entrate e agisca di conseguenza”. “D’altra parte – continua – se si accogliesse tale versione si ammetterebbe implicitamente che le disposizioni della legge finanziaria per il 2003, quelle che hanno riconosciuto il diritto al beneficio, escludessero a priori, dal novero dei beneficiari, i lavoratori subordinati, come se costoro, a differenza delle imprese, non avessero subito danni degli eventi sismici. La legge di Stabilità ha stabilito i termini (1° marzo 2010) entro i quali bisognava presentare la richiesta di rimborso, ponendo fine ad una diatriba in sede giurisdizionale non di poco conto. Ma se nessuno alla fine, per un motivo o per un altro, riesce ad ottenere il rimborso a cosa è servito l’intervento del legislatore?”. “In sintesi – conclude la senatrice Padua – se finora hanno recuperato i soldi indebitamente versati solamente coloro che si sono visti dar ragione da un giudice in via definitiva, vuol dire che l’articolo 1, comma 665, della legge di stabilità 2015 risulta totalmente inapplicato, con buona pace di chi ha riposto in esso le dovute aspettative: questo non è assolutamente giusto. Ogni intervento che sproni ad agire nel senso di riconoscere l’esercizio del proprio diritto per i cittadini è sacrosanto: ho anche presentato un disegno di legge per l’interpretazione autentica della norma inserita nella legge di Stabilità in modo che sia chiaro che non va elusa, in ogni modo, la possibilità di rimborso in favore dei lavoratori subordinati, i sostituiti d’imposta, come invece si sta facendo finora”.

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