VIDEO. Medico assenteista all’ospedale “Regina Margherita” di Comiso, denunciato per truffa aggravata

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Nel  mese di Novembre 2013 da una notizia appresa da fonte confidenziale degna di fede su  fatti che si verificavano all’interno dell’ospedale di Comiso  secondo le quali alcuni medici  sarebbero stati soliti allontanarsi dall’unità durante l’espletamento dell’orario di servizio, senza timbrare attraverso l’apposito cartellino segnatempo l’allontanamento dal posto di lavoro al fine di percepire ingiustamente somme di denaro relative ad ore di servizio ordinario e/o straordinario non effettuate.

La fonte riferiva ancora che, tra gli altri, un medico, soprattutto quando effettuava i turni pomeridiani con reperibilità serale (14/20 e reperibilità 20/08), oltre a lasciare anzitempo il reparto, sarebbe stato solito recarsi a casa per cenare e poi rientrare solo ed esclusivamente per timbrare l’uscita dal reparto intorno alle ore 23:00, accumulando così, ogni qual volta effettuava tale turnazione, almeno tre ore di straordinario, di cui una notturna.

Da quel momento iniziava una delicata e riservata attività di indagine in quanto bisognava ottenere riscontri oggettivi a conferma di quanto riferito dalla fonte confidenziale prima di procedere ad una segnalazione all’Autorità Giudiziaria. Pertanto, veniva acquisita copia dei turni del mese di Novembre relativi ai reparti ospedalieri, e si accertava che in data 15 e 18 novembre  il medico avrebbe effettuato turno dalle ore 14:00 alle ore 20:00 per poi rimanere in reperibilità sino alle 8  successive. Veniva pertanto predisposto un servizio di appostamento effettuato da agenti di Polizia in borghese presso il nosocomio e presso l’abitazione del medico al fine di verificare la corrispondenza di quanto appreso informalmente.
Dalle annotazioni riferite al servizio effettuato dagli agenti di Polizia si evinceva che effettivamente le informazioni ricevute erano al quanto veritiere:
il 15 novembre alle  15:28 il personale preposto accertava che l’autovettura del medico si trovava regolarmente parcheggiata all’interno della struttura ospedaliera ove il medico doveva effettuare turno 14  20  e reperibilità dalle   20  alle  8  dell’indomani. Gli agenti, a quel punto, permanevano nei pressi dell’ospedale sino alle ore 19:15 quando accertavano che lasciava l’ospedale a bordo della propria auto per recarsi presso una sala giochi e scommesse online dove rimaneva sino alle  20. A quell’ora, lasciata la sala giochi, si recava a prelevare una bambina, e recarsi con la stessa presso la sua abitazione ove faceva rientro alle ore 20:18. Alle ore 23:00 il medico usciva dalla propria abitazione, saliva sull’auto e si recava in ospedale, luogo dal quale usciva alle successive  23:10 per recarsi di nuovo presso la abitazione e parcheggiare l’auto all’interno di un garage.

il 18 novembre alle ore 14:10 gli agenti si appostavano sotto casa del medico ed accertavano che l’uomo usciva da casa alle ore 14:54 per recarsi, sempre a bordo dell’autovettura a lui intestata, in ospedale ove doveva effettuare turno 14:00/20:00 e reperibilità dalle ore 20:00 alle ore 08:00 dell’indomani. Gli operatori effettuavano un nuovo appostamento dal quale appuravano che, seguendo le stesse modalità che avevano potuto notare in data 15 novembre, il medico, lasciava l’ospedale alle ore 19:05 per recarsi presso la solita sala giochi e rimaneva li sino alle ore 19:55 quando si ritirava a casa e lasciava l’auto parcheggiata all’esterno. Alle ore 22:53 usciva, prelevava l’autovettura e si recava in ospedale, luogo dal quale se ne andava appena qualche attimo dopo, esattamente alle   22:59.

Considerata la ripetitività degli accadimenti che lasciavano presupporre un modus operandi stabile da parte del medico, si iniziava l’esame di alcuni fogli di servizio chiesti a campione in ospedale e si accertava che l’indagato ogni qual volta effettuava servizio con connessa reperibilità proseguiva il turno ininterrottamente sino alle  23  circa dimostrando che quanto accertato con gli appostamenti effettuati, era negli anni divenuto una prassi consolidata.

A questo punto, visto che gli elementi raccolti facevano presagire l’insana abitudine del medico di truffare la Pubblica Amministrazione, veniva richiesta e autorizzata dalla   Procura della Repubblica un’attività di indagine supportata da mezzi tecnici.

Le indagini sono state portate avanti per 6 mesi, e suffragate da ulteriori riscontri effettuati periodicamente sino allo scorso agosto, dimostrando che il modo di agire del professionista si manteneva stabile nel tempo.

A titolo esemplificativo ed a supporto del comunicato per gli organi di stampa, al fine di poter meglio comprendere il filmato o le immagini allegate, si riporta l’esempio di alcune giornate tipo, che evidenziano l’attività fraudolenta che veniva effettuata; il tutto avveniva sia in giornate ordinarie sia in periodi pienamente festivi quale il capodanno.
Ad esempio giorno 31 dicembre 2013 il medico, in servizio con orario 14/20 e reperibilità notturna 20/08; alle ore 12:58 si è recato a timbrare il badge di ingresso per uscire dall’ospedale appena tre minuti dopo; alle 15:13 si è nuovamente recato in ospedale per uscirne alla 15:48 , per poi rientrare nuovamente alle 15:59 e uscirne definitivamente alla ore 18:17 per potersi recare a festeggiare il capodanno e rientrare alle ore 00:47 di giorno 01 gennaio, a festeggiamenti ultimati, timbrare il badge in uscita e uscire definitivamente, senza ovviamente essere passato in corsia, qualche minuto dopo.
In altre circostanze si vede come il medico timbri il cartellino alle ore 12:59 per uscire qualche minuto dopo andare via alle ore 19:07 e rientrare alle ore 23:05 esclusivamente per timbrare il cartellino. In alcune circostanze, seguito dagli agenti di Polizia in borghese è stato visto anche permanere all’interno di una sala giochi ove era solito recarsi durante l’orario di servizio.
L’uomo, in seguito all’attività svolta è stato oggetto anche di un sequestro preventivo di beni eseguito dagli agenti del Commissariato di PS di Comiso su delega dell’Autorità Giudiziaria per una cifra che si aggira intorno ai 10.000 euro, relativa solamente alle ingiuste retribuzioni ottenute dal professionista e relative al periodo delle indagini al fine di un eventuale risarcimento all’ASP del danno cagionato.

httpv://www.youtube.com/watch?v=xbTfOE0pgcA&feature=youtu.be

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