Gli incontri del gruppo Occupiamoci di… e il lavoro nero inserito nel curriculum

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Secondo l’ultima stima dei consulenti del lavoro, in Italia, nel corso del 2015 si contavano circa 1,9 milioni di lavoratori in nero, pari a 25 milioni di euro di mancato introito tra contribuiti Inps, Inail e imposte sul reddito. Ma le esperienze di lavoro in nero, possono essere inserite nel proprio curriculum? E’ questa una delle domande che spesso i disoccupati pongono ai membri del gruppo Occupiamoci di… durante gli incontri dei Tavoli di lavoro, che si tengono tutti i mercoledì dalle 16 alle 18 nel salone parrocchiale della chiesa di San Luca a Modica.

L’obiettivo di un curriculum è quello di elencare, in maniera cronologica, il percorso del candidato, dimostrando al selezionatore di aver lavorato, di non avere avuto periodi vuoti e di aver acquisito delle abilità, non è certo colpa del disoccupato se i suoi precedenti datori non lo hanno regolarizzato e non è corretto che egli ne paghi, in seguito, le conseguenze.
Per quanto riguarda le referenze da inserire in un curriculum, quando si lavora in nero si tende ad ometterle per timore che qualcuno possa mandare accertamenti ai vecchi titolari, eppure gli ispettori del lavoro, nel 2015, che hanno controllato le 206.080 aziende italiane e scoperto i 64.775 lavoratori irregolari, di certo, non ne sono venuti a conoscenza visionando i curriculum dei disoccupati.
Anche nelle nostre zone i settori tradizionali quali l’agricoltura, la costruzione, il commercio al dettaglio, la ristorazione o i servizi domestici impiegano diversi lavoratori irregolari, nel corso della settimana che volge al termine, i membri del gruppo Occupiamoci di… hanno ascoltato diversi ragazzi che non riescono a trovare lavoro regolare nonostante gli incentivi occupazionali a favore dei datori.
Ma i giovani devono sempre accontentarsi di lavori in nero, per niente tutelati, a causa delle poche opportunità lavorative? E’ questo l’interrogativo che alcuni rappresentanti del gruppo Occupiamoci di… hanno posto al direttore dell’Iripa (Istituto regionale per l’incremento della professionalità in agricoltura) Sicilia sezione di Ragusa, Giuseppe Alecci, con il quale si sono incontrati, nel suo studio, per parlare di bonus occupazionali dopo il tirocinio finanziato da Garanzia Giovani e di finanziamenti per l’Autoimprenditorialità riservati ai giovani.
L’incontro è servito per conoscere le linee guida del Piano di Sviluppo Rurale della Sicilia (PSR) 2014/2020, le cui risorse previste per la nostra regione ammontano a oltre 2 miliardi di euro con possibilità di raddoppio grazie ai co-finanziamenti, si tratta di opportunità lavorative che si pongono come obiettivo quello di sviluppare il settore dell’agroalimentare e in particolare di far nascere imprese gestite da giovani che nell’ambito dell’agricoltura multifunzionale riescano a fornire servizi educativi per l’infanzia (agriasilo e agrinido) e fattorie sociali.
Mettersi in gioco e uscire dai consueti schemi del lavoro subordinato, a volte mal pagato, sembra adesso la via giusta per venire fuori dall’anonimato e dare sfogo alla propria creatività. Intanto anche mercoledì prossimo il gruppo Occupiamoci di… darà una mano ai disoccupati a consultare le ultime offerte di lavoro, a compilare curricula e lettere di presentazione, mentre il 6 aprile è in programma l’Assemblea d’inizio mese in cui parteciperanno all’incontro diversi professionisti del lavoro.

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