FP CGIL Ragusa. C’è tempo sino a martedì 12 aprile per costituire l’assemblea territoriale idrica Avola e Lattuca scrivono ai sindaci dei comuni e ai commissari di Scicli per formalizzare gli atti

Giovanni Avola Segretario CGIL Ragusa

Una lettera sull’invito a costituire, in modo celere, l’assemblea territoriale idrica è stata inviata dal segretario generale della Cgil di Ragusa, Giovanni Avola e dal segretario provinciale della F.P. Cgil di Ragusa, Giovanni Lattuca, ai dieci sindaci dei comuni della ex provincia di Ragusa e ai commissari del Comune di Scicli e per conoscenza al Dipartimento Regionale Acque e Rifiuti.

“Secondo le direttive del Decreto, entro il prossimo 12 aprile, scrivono Avola e Lattuca, l’assemblea dei sindaci del territorio ricompreso nella ex Provincia Regionale di Ragusa deve costituirsi formalmente in Assemblea Territoriale Idrica ed approvare lo statuto, pena il commissariamento.
A nostro parere è evidente la necessità di garantire il corretto e trasparente passaggio di consegne dalla gestione commissariale, che vige dal gennaio 2013 ad oggi, che ha attribuito ai commissari una serie di funzioni amministrative e gestionali da rendicontare periodicamente, a partire dalla verifica delle gestioni in essere, dei rapporti attivi e passivi degli ATO con i gestori, ed una serie di adempimenti che in una fase tanto delicata non possono essere elusi, visto che transiteranno in capo alle costituende Assemblee Territoriali Idriche.
Per altro è bene sottolineare che la costituzione delle Assemblee Territoriali Idriche deve avvenire in assoluta coerenza allo spirito della legge regionale 19 sull’acqua a vocazione pubblicista e deve tenere conto del fatto che 135 comuni nel 2010 hanno deliberato oltre che per la legge di iniziativa popolare e consiliare, di modificare i propri statuti dichiarando l’acqua bene comune ed il servizio idrico privo di rilevanza economica e quindi indirizzando la gestione del servizio idrico alla gestione pubblica.
Occorre quindi seguire con attenzione non solo gli adempimenti formali in termini di passaggio delle consegne ma anche, e soprattutto, verificare gli atti amministrativi e di controllo che i Commissari liquidatori in questi due anni e mezzo dovrebbero aver compiuto e messo per iscritto come previsto dal “Decreto Marino”.
Pertanto attendiamo di conoscere per tempo quali atti sono stati compiuti, o sono in itinere, affinché siano rispettati i termini di legge ed evitare il commissariamento regionale”.

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