I CONSIGLIERI DEL PD DI RAGUSA D’ASTA E CHIAVOLA: “I FONDI PER I BUONI SOCIO-SANITARI ARRIVANO DA STATO E REGIONE E NON, COME VUOLE FAR CREDERE LA GIUNTA PICCITTO, DALLE CASSE DI PALAZZO DELL’AQUILA”

Mario D'Asta e Mario Chiavola

“Una utile occasione per ricordare la prossima scadenza del 30 aprile ma allo stesso tempo poco piacevole se valutiamo gli atteggiamenti della Giunta municipale. Dispiace davvero che l’Amministrazione comunale utilizzi veri e propri mezzucci per nascondere il sole con la rete. Il riferimento è alle provvidenze del buono socio-sanitario, un intervento sociale volto a sostenere le famiglie con anziani non autosufficienti o disabili gravi. Al contrario di chi vorrebbe interpretarle

come provvidenze che arrivano dalle casse dell’ente di palazzo dell’Aquila, ci preme sottolineare che, invece, si tratta di risorse economiche messe a disposizione dalla Regione e dallo Stato. In entrambe le realtà governa il Pd. Come dire che in entrambi i casi è il nostro partito a pensare agli ultimi piuttosto che il Comune. Facciamo riferimento al tentativo, tramite il sito internet di palazzo dell’Aquila, di strumentalizzare l’erogazione di questi soldi, circostanza che possiamo senz’altro definire artata e scorretta, intrisa della peggiore volontà politica, a sostegno dei più deboli”. A sottolinearlo i consiglieri comunali del Pd di Ragusa, Mario D’Asta e Mario Chiavola, i quali intervengono per fare chiarezza sulla delicata materia una volta per tutte. “E ciò allo scopo – aggiungono D’Asta e Chiavola – di dare a Cesare quel che è di Cesare ed evitare inopportune e strumentali prese di posizione da parte della Giunta Piccitto”. D’Asta e Chiavola chiariscono che l’intervento prevede due diverse forme di erogazione. Da un lato il buono sociale, vale a dire una provvidenza economica, ad integrazione del reddito della famiglia, finalizzata a sostenere il nucleo nel “prendersi cura” del proprio familiare anziano non autosufficiente o disabile grave. Poi c’è il buono di servizio, ossia il titolo per l’acquisto di specifiche prestazioni domiciliari presso le cooperative sociali accreditate in ambito distrettuale. “Le domande – spiegano D’Asta e Chiavola – devono essere presentate entro il 30 aprile. Ma al di là di questo ritengo spiacevole che il Comune non debba dire la verità, debba tenerla nascosta, facendo credere che questi soldi provengano dal Comune quando invece così non è”. Nel decreto di riparto Fna relativo al 2015, sono stati apportati dei cambiamenti alle finalità di destinazione delle risorse del Fondo. In particolare, dalle aree prioritarie di intervento sono state espunte tutte quelle voci che non fanno riferimento a prestazioni direttamente rivolte agli interessati, ma che andavano a finanziare l’istituzione o il rafforzamento di interventi o azioni di sistema. Questi dovrebbero, infatti, già essere strutturati a livello territoriale, tanto da essere richiamati come parte della metodologia operativa al successivo articolo 4 del decreto, dedicato all’integrazione socio-sanitaria. Nella sostanza devono esistere a prescindere dai finanziamenti del Fondo. “All’articolo 3 – chiariscono D’Asta e Chiavola – il decreto impegna le Regioni ad usare le risorse ripartite prioritariamente e, comunque, per una quota non inferiore al 40%, per interventi a favore di persone in condizione di disabilità gravissima, inclusi gli interventi a sostegno delle persone affette da sclerosi laterale amiotrofica. Tale percentuale, nella precedente annualità, era stata definita nell’ambito di un Accordo integrativo. Lo stesso articolo 3 del decreto fornisce una definizione di “persone in condizione di disabilità gravissima”, intendendo con questa espressione le “persone in condizione di dipendenza vitale che necessitano domicilio di assistenza continuativa e monitoraggio di carattere sociosanitario nelle 24 ore, per bisogni complessi derivanti dalle gravi condizioni psicofisiche, con la compromissione delle funzioni respiratorie, nutrizionali, dello stato di coscienza, privi di autonomia motoria e/o comunque bisognosi di assistenza vigile da parte di terza persona per garantirne l’integrità psico-fisica”. Tutti aspetti che mettono in evidenza che la gestione di questi fondi attiene in prima battuta al Governo nazionale e poi a quello regionale che li hanno erogati ai territori coinvolti nella sperimentazione per il tramite delle Regioni sulla base di linee guida adottate dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. “Quindi – concludono i due rappresentanti Dem – invitiamo l’Amministrazione comunale a essere più trasparente, a evitare di nascondere l’origine di questi fondi e a non dare la sensazione che si possa trattare di risorse dell’ente di palazzo dell’Aquila perché così non è. Speriamo che, invece, con le somme a disposizione sia possibile fornire riscontro a quante più istanze sarà possibile”.

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