L’UNICO MODO PER SALVARE IL BUSACCA E’ FARLO DIVENTARE UN OSPEDALE DI COMUNITA’, L’ON. RAGUSA LANCIA LA PROPOSTA CHE SARA’ PRESENTATA AL MINISTRO LORENZIN, ALL’ASSESSORE REGIONALE GUCCIARDI E AI VERTICI DELL’ASP 7

orazio ragusa foto

“Prima c’era il piano di riordino che seguiva la logica degli ospedali riuniti e che aveva previsto per la struttura una certa dignità. Poi tutto è stato stravolto con l’atto aziendale della direzione generale dell’Asp di Ragusa che, approvato dalla Regione, ha di fatto abbassato i livelli dei servizi prospettando per il Busacca di Scicli un futuro tutt’altro che roseo. Per cui, adesso, s’impone di individuare una differente soluzione che possa rilanciare

il nosocomio potenziando il modello assistenziale rispetto alla realtà esistente”. E’ il senso della proposta lanciata dall’on. Orazio Ragusa che scriverà al ministro della Sanità Lorenzin, all’assessore regionale Gucciardi e ai vertici dell’Asp 7 per formalizzare i contenuti della stessa, chiarendo come sulla questione sanitaria in città non si possa più derogare oltre e si debbano percorrere tutte le strade necessarie per restituire al Busacca una propria funzionalità operativa, il tutto a sostegno delle legittime esigenze della cittadinanza sciclitana che, già oggi, fa i conti con parecchi disagi per il continuo depauperamento di risorse e personale. “Occorre prendere in considerazione – chiarisce l’on. Ragusa – la possibilità di creare a Scicli l’ospedale di comunità che può configurarsi come un anello importante nel governo dei percorsi assistenziali dei pazienti con un bisogno di cure acute e post-acute di livello medio. La proposta che stiamo formalizzando, e che fa riferimento al decreto Balduzzi e al Dm 70 del 2 aprile 2015, oltre ad avere trovato già pronta attuazione in alcune parti d’Italia, come ad esempio nelle Marche, rappresenta una possibile ed efficace risposta alla domanda crescente di soluzioni assistenziali a supporto della dimissione precoce ospedaliera e a garanzia di una tempestiva presa in carico dei soggetti con un bisogno riabilitativo o di recupero funzionale non erogabile a domicilio per la complessità clinico-assistenziale richiesta e per ragioni di tipo sociale”. La proposta è quella di fare in modo che l’ospedale di comunità, inserito nel distretto di Modica, dotato di 20 posti letto, sia ubicato all’interno del presidio ospedaliero di Scicli, potendo così fruire di tutte le consulenze specialistiche e dei servizi presenti, come la continuità assistenziale (ex guardia medica), il punto di primo intervento (Ppi), i medici specialisti dipendenti e convenzionati, la radiodiagnostica e la patologica clinica con laboratorio analisi. “Con questa proposta – continua l’on. Ragusa – miriamo alla realizzazione di una metodologia di lavoro in equipe sociosanitaria funzionale ai bisogni di salute del paziente, alla facilità di accesso e di collaborazione da parte dei familiari dei pazienti e del volontariato, all’ottimizzazione delle risorse logistiche, strutturali, umane, professionali ed economiche. E, ancora, allo snellimento e alla facilitazione dell’accesso al ricovero con la garanzia di continuità assistenziale. Il tutto attraverso il contenimento della spesa sociosanitaria. Diciamo che le strutture di assistenza territoriale funzioneranno in maniera omogenea, con la possibilità di ricoveri di cure intermedie disposti direttamente dai medici di medicina generale o dai medici delle strutture ospedaliere di riferimento. Si implementeranno inoltre in maniera significativa le attività specialistiche ambulatoriali e così i cittadini potranno usufruire di queste prestazioni in prossimità del proprio luogo di residenza. Oltre alle attività specialistiche, in queste strutture saranno inserite anche le prestazioni di tipo sociale e sociosanitario. E’ l’unica strada, e la legge ce lo permette, per fare in modo che il Busacca di Scicli possa continuare ad esercitare il proprio ruolo così come accaduto in passato. Il tutto valorizzando il lavoro di equipe, favorendo una forte integrazione operativa delle figure professionali via via coinvolte nei processi diagnostici, terapeutici e assistenziali. Nella proposta che invieremo a Roma, a Palermo e a Ragusa abbiamo pure indicato quali le procedure e le modalità operative da attuare, in dieci punti, per dare concretizzazione a questo percorso. Bisogna sbracciarsi già da ora per supportare questa proposta e farla diventare concreta a tutti gli effetti. Una proposta che sarà condivisa con il territorio e che chiediamo sia accolta dai vertici sanitari. La nostra politica, adesso, si impegnerà per trovare la soluzione ideale affinché questo iter sia completato nella maniera migliore”.

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