IL CONSIGLIERE PROVINCIALE IGNAZIO NICOSIA, AVENDO APPRESO CHE L’ASSESSORATO REGIONALE AI BENI CULTURALI, AMBIENTALI E ALLA PUBBLICA ISTRUZIONE, HA ISTITUITO LA CARTA REGIONALE DEI LUOGHI DELL’IDENTITA’ E DELLA MEMORIA, SCRIVE ALL’ ASSESSORE LUCIANO D’AMICO INVITANDOLO A RIMUOVERE CON URGENZA I CARTELLONI PUBBLICITARI ISTALLATI SUI FIANCHI DEL QUASI SECOLARE SERBATOIO CHE APPROVVIGIONAVA L’ANTICO CAMPO DI PRIGIONIA IPPARINO,

Lo scorso 12 dicembre il consigliere provinciale Ignazio Nicosia aveva invitato l’amministrazione comunale di Vittoria a rimuovere i cartelloni pubblicitari installati ai fianchi dell’antico serbatoio che quasi un secolo orsono provvedeva all’approvvigionamento idrico del “campo di prigionia” ipparino, ritenendo che un pezzo di storia fosse stato offeso dalla mancanza di sensibilità e dal mancato riconoscimento a monumento storico. A distanza di quasi un mese dalla missiva inviata al Sindaco e al Presidente dell’Emaia i cartelloni pubblicitari o meglio un cartellone pubblicitario (il secondo ci hanno pensato gli eventi climatici a rimuoverlo, strappandolo) fa ancora mostra di sè sul fianco di quella maestosa architettura che, credo, potremmo catalogare tra i manufatti che si ascrivono a quella che è la cosiddetta “archeologia industriale”.
“Oggi – dice Nicosia – con decreto dell’assessorato regionale ai beni culturali, ambientali e alla pubblica istruzione, alcuni siti del nostro territorio sono stati individuati come siti da inserire nell’elenco relativo ai luoghi storici e della memoria, tra questi l’ex campo di prigionia tra l’altro il più grande di tutta la Sicilia.
Suscitano meraviglia le dichiarazioni dell’assessore Luciano D’Amico che si accorge solo adesso che il nostro territorio ha ancora qualcosa da esprimere in merito a monumenti e bellezze architettoniche, inoltre non si capisce come mai pur sapendo che il luogo e i suoi contenuti originari sono di importanza storica così come riconosciuto dall’assessorato ai beni culturali, ambientali e alla pubblica istruzione della regione siciliana, ci si ostina a non rimuovere quella struttura in ferro costruita attorno al manufatto incluso il cartellone pubblicitario che vi insiste”.

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