Celebrata la Giornata del Sollievo al duomo di San Giorgio a Ragusa Ibla da Mons. Antonio Staglianò, Vescovo di Noto

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IMG_2485Nell’ambito dei Festeggiamenti del Glorioso Patrono San Giorgio Martire di Ragusa, è stata celebrata la messa da Mons. Antonio Staglianò, Vescovo di Noto, al duomo di San Giorgio, in occasione della Giornata diocesana del sollievo, partecipata dall’Ufficio per la pastorale della salute, diretto da don Giorgio Occhipinti. A concelebrare la messa anche il parroco del Duomo, don Pietro Floridia,

il vicario generale della Diocesi di Noto, Mons. Angelo Giurdanella, e don Salvatore Giaquinta, cappellano ospedaliero al Maria Paternò Arezzo. Hanno partecipato anche esponenti dell’ASP di Ragusa e delle Associazioni di Volontariato SAMOT e LILT operanti in ambito oncologico, testimoni reali e concreti delle sofferenze patite sia dalle famiglie, che dai malati oggetto di cure e trattamenti di accompagnamento e amore puro. Presente anche l’assessore ai Servizi sociali del Comune di Ragusa, Gianluca Leggio, e i rappresentanti dell’Associazione nazionale carabinieri. Mons. Staglianò ha voluto sottolineare nella sua omelia la differenza tra un religioso e un credente religioso; il religioso va a messa e prega, e possibilmente quando si trova dinnanzi un bisognoso rivolge le mani al cielo eseguendo la tipica frase “non so come poterti aiutare, pregherò per te”; mentre il religioso credente è colui che, interpretando la parola di Gesù, compie anche il gesto corporale di portare Dio a colui che ne ha bisogno, proprio come visitando i malati terminali e le loro famiglie, che hanno bisogno di sostegno psicologico oltre che farmaceutico e di preghiere. “In questa giornata del sollievo – ha spiegato Mons. Staglianò – abbiamo voluto evidenziare di come gli esseri umani possono incontrare altre persone che si trovano nello sconforto, nell’afflizione, perché in condizioni di dolore, di sofferenza, per malattie che sono a volte così gravi da essere chiamate terminali oppure malattie radicali che inchiodano le persone a letto. Di fronte a questa situazione il cristiano non può dire semplicemente prego per te. E’ bene che preghi ma la preghiera insegnataci da Gesù è sempre corporea, fatta con le labbra a Dio, che porta chi la fa come ad ascendere nel cuore stesso di Dio e poi dal cuore stesso di Dio guardare giù e vedere l’afflizione dei fratelli e ciò comporta uno spostamento fisico, corporeo, di vicinanza, di prossimità, di cura, nei confronti di chi soffre, come ha fatto il buon samaritano. Dobbiamo comprendere che occorre recuperare l’autenticità cristiana nella nostra fede cattolica. Se ci rinchiudiamo dentro le chiese a pregare, non abbiamo svolto al meglio il nostro essere cristiani. Quando andiamo a trovare l‘ammalato, ci facciamo carico della famiglia stessa”. Al termine della funzione, il Vescovo Staglianò, ha ringraziato dell’invito Don Pietro Floridia e Don Giorgio Occhipinti, ricordando che il prossimo 12 giugno verrà festeggiato, nella Cattedrale di San Giovanni Battista di Ragusa, il venticinquesimo anniversario dell’Ordinazione Sacerdotale di Don Occhipinti, presieduta dal Vescovo di Ragusa, Mons. Carmelo Cuttitta. “Una data volutamente anticipata – spiega Don Occhipinti – perché il venticinquesimo anno ricadeva il 24 giugno, ma il 12 giugno si celebra il Giubileo degli ammalati, e siccome la mia vocazione è nata presso il reparto di oncologia, dove prestavo servizio di volontariato, non potevo non scegliere questa data”. Infine fuori, sul sagrato del Duomo, il Vescovo ha liberato verso il cielo alcuni palloncini bianchi e rossi, questi ultimi a forma di croce, che simbolicamente esprimono l’attenzione che tutti dovremmo riservare nei confronti di coloro che soffrono. Umanizzare le cure, proprio come hanno raccontato di fare le associazioni presenti durante la celebrazione liturgica. Dunque una messa eucaristica piena di significati, in cui è apparso chiaro il messaggio del Sollievo inteso non come negazione definitiva del dolore fisico ma come sostegno, nel dolore fisico, psicologico e spirituale al malato specie se cronico.

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