La Polizia ferma a Pozzallo, equipaggio composto da 5 scafisti egiziani. Hanno condotto in Italia 223 migranti,

barcone

La nave della Capitaneria di Porto “fiorillo” ha condotto al porto di Pozzallo 223 migranti salvati alcune ore prima. Al termine delle complesse indagini sono stati individuati 5 scafisti tutti egiziani, Mohamad Darwiche, 49 anni, Hasin Mohmud Hasen, 55 anni, Mahmed Saied di 44 anni, Abdul Khader , 18 anni e Mohamad Gahani, 18 enne anch’egli.

I responsabili del delitto concorrevano con altri soggetti presenti in Egitto al fine di trarne ingiusto ed ingente profitto, compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari. Il delitto è aggravato dal fatto di aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante.
I migranti provenienti dalla Siria, Egitto, Somalia e Sudan sono stati ospitati presso l’Hot Spot di Pozzallo per essere visitati, identificati e trasferiti in altri centri.

MODALITA’ DI SOCCORSO IN MARE

Alle ore 14 di martedi scorso, personale del pattugliatore della Guardia Costiera CP904 “Michele FIORILLO” intercettava in acque internazionali, un motopeschereccio, con a bordo numerosi migranti. Il peschereccio (uno scafo in ferro della lunghezza di circa 15 metri), era in precarie condizioni di galleggiabilità cosicchè veniva dichiarato evento SAR, procedendo al soccorso dei migranti.  Al termine del trasbordo di tutti i migranti sul pattugliatore, personale del boarding team ispezionava l’imbarcazione dei migranti.  A conclusione dell’attività sopra citata, l’unità navale faceva rotta verso il porto di Pozzallo ove giungeva intorno alle ore 10,00 di ieri.

ORDINE PUBBLICO ED ASSISTENZA

Particolarmente complessa la gestione dello sbarco di ieri a Pozzallo, stante i numerosissimi minori non accompagnati, molti dei quali non ancora quattordicenni.
Il lavoro degli agenti della Polizia è molto difficile in quanto bisogna far conciliare le esigenze di ordine pubblico, quelle di Polizia Giudiziaria ed ovviamente l’assistenza ai migranti appena sbarcati che resta prioritaria.
Il Funzionario dirigente del servizio di Ordine e Sicurezza Pubblica della Polizia di Stato, con a disposizione decine di uomini, ha dovuto poi coordinare, le immediate partenze, i trasferimenti dall’Hot Spot ad altre regioni e l’accoglienza di centinaia di migranti.
Le operazioni di sbarco non hanno fatto registrare criticità ed è stata prestata la massima attenzione verso i soggetti che avevano bisogno di cure mediche, in particolar modo diverse donne incinte e minorenni.
Alle procedure hanno partecipato 30 Agenti della Polizia di Stato, nonché appartenenti alle altre Forze dell’Ordine, la Protezione Civile, la Croce Rossa Italiana, Esercito Italiano ed i medici dell’A.S.P. per le visite mediche.
Al riguardo, le attività dell’Ufficio Immigrazione della Polizia di Stato risultavano complesse, dovendo essere espletate in tempi ristretti, così da permettere anche un immediato invio degli ospiti in altre strutture d’accoglienza.
La Polizia Scientifica ha lavorato consequenzialmente senza sosta per le operazioni di preidentificazione e fotosegnalamento, in considerazione dei nuovi arrivi. Si sta procedendo al fotosegnalamento dei migranti sbarcati ed al loro trasferimento ad operazioni ultimate, da parte degli uomini della Polizia di Stato che lavorano senza sosta.

LE INDAGINI

Gli uomini della Polizia di Stato – Squadra Mobile Questura di Ragusa – con la partecipazione di un’aliquota dei Carabinieri e della Guardia di Finanza hanno concluso le indagini in meno di 12 ore dall’arrivo a Pozzallo della nave soccorritrice.
Le indagini della Polizia inizialmente sembravano molto complesse, tutti i migranti raccontavano che gli scafisti fossero tornati indietro a bordo di una piccola lancia, non prima di aver legato con una cima il timone impostando la rotta verso l’Italia.
Gli investigatori con centinaia di arresti alle spalle, conoscono le storie raccontate dai migranti ma questa non era mai stata proposta. Purtroppo, sotto la minaccia degli scafisti, i migranti vengono costretti a raccontare le storie più assurde, ma questa trovava riscontro dall’ispezione dei soccorritori che a bordo avevano effettivamente trovato legato il timone.
Ci sono volute ore ma i poliziotti sono riusciti a trovare degli onesti migranti che hanno raccontato la verità, individuando tra i 223 migranti i 5 membri dell’equipaggio.
I poliziotti sanno perfettamente che per la riuscita dell’indagine bisogna entrare in empatia con i migranti appena sbarcati. Le fasi sono diverse ma le più importanti sono quelle dell’accoglienza e della conquista della loro fiducia.
Tutti i migranti sbarcati vengono da paesi africani dove il rapporto con la Polizia di sicuro non è quello esistente in Italia. La loro diffidenza nei riguardi dei poliziotti è palpabile fin dal primo momento, ma poi basta una pacca sulla spalla, un sorriso e magari consumare un pasto insieme e da li, capiscono che il poliziotto vuole solo aiutarli ed essere aiutato a individuare coloro che si sono arricchiti mettendo a rischio la loro vita.
I migranti hanno raccontato che il capitano dopo aver chiamato i soccorsi, ha legato il timone e spento i motori, poi si è messo insieme agli altri passeggeri fingendosi uno di loro e lo stesso ha ordinato agli altri membri dell’equipaggio.
Dopo ore ed ore di lavoro i migranti hanno indicato l’intero equipaggio raccontando di aver pagato 2500 dollari circa cadauno, quindi agli organizzatori sono andati oltre mezzo milione di dollari.

LA CATTURA

Le indagini condotte dalla Polizia Giudiziaria, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto il responsabile del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa, gli investigatori hanno infatti ristretto gli scafisti che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione. Sono ormai quotidiane le udienze di incidente probatorio e quelle che portano alla condanna degli scafisti, rispettivamente per la ulteriore cristallizzazione in sede processuale della prova anche ai fini dibattimentali. Al riguardo molte le sentenze di condanne dell’Autorità Giudiziaria.

BILANCIO ATTIVITA’ DELLA POLIZIA

Nel 2016 sono 68 gli scafisti fermati in provincia di Ragusa. Lo scorso anno sono stati arrestati 150 scafisti dalla Polizia Giudiziaria. Inoltre, sono in corso numerose attività in collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane della Polizia di Stato (coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste straniere a quelle Italiane.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa