Consiglio comunale di Modica. Approvato un solo argomento. L’autorizzazione alla vendita di un relitto stradale in Contrada Serrameta

Approvata la delibera sull’alienazione del patrimonio del comune, autorizzazione alla vendita del relitto stradale in Contrada Serrameta- eredi Concetta Zacco. I consiglieri di opposizione presenti, eccezion fatta per il consigliere Giuseppe Stracquadanio, hanno abbandonato l’aula avendo chiesto all’amministrazione di ritirare il punto e riformularlo secondo le indicazioni emerse nelle proposte della minoranza.
Presenti diciassette consiglieri la seduta si apre con una comunicazione del Presidente, Roberto Garaffa, che informa che giovedì 30 giugno prossimo ci sarà il tavolo tecnico per il regolamento delle consulte, una convocazione del civico consesso per lunedì 4 luglio.

Il consigliere Vito D’Antona invita a convocare una conferenza dei capigruppo per una discussione sul bando dei revisori dei conti. Questa materia deve essere affrontata urgentemente attesa l’importanza dell’organo.
Valuta che i requisisti richiesti nel bando potrebbero essere attaccabili e quindi motivo di contenzioso. La legge regionale n° 10 del 2016 che recepisce la norma nazionale non li prevede e quindi il bando è limitativo.
Invita ad una convocazione in 48 ore la conferenza dei capigruppo.
Il consigliere Carmelo Cerruto denuncia il fatto che ci sono quaranta interrogazioni da discutere a partire dalla seduta del 4 luglio e tutte datate. C’è la necessità di disciplinare sui tempi la discussione sulle interrogazioni e in conferenza dei capigruppo esporrà una proposta che sblocchi la situazione.
Il consigliere Giovanni Scucces propone la convocazione di un civico consesso in Via Silla all’interno della Villa comunale per discutere i problemi che attengono il quartiere Sorda. Argomento che sarà inserito in conferenza dei capigruppo.
Il consigliere Tato Cavallino denuncia l’empasse che si registra al pronto soccorso in termini di attesa e dove il numero degli infermieri è insufficiente. Ben vengano le ispezioni ma i problemi sono insostenibili e quindi bisogna intervenire subito.
Il sindaco sul pronto soccorso informa che è andato a gara il nuovo presidio sanitario. La questione che limita la funzionalità è legata alla cattiva organizzazione. Giovedì 30 giugno, in occasione della presenza dei sindaci siciliani a Palermo sulla questione dei precari, alle 19.00 avrà un incontro con il presidente della Regione e porrà in discussione la questione a cominciare dal personale e sulla gestione del presidio sanitario.
Il consigliere Luigi Giarratana chiede cinque minuti di sospensione per un accordo sui punti da discutere in consiglio stasera.
Il consigliere Vito D’Antona, condivide la posizione del consigliere Tato Cavallino, chiede di invitare il direttore generale dell’Asp 7 di Ragusa in consiglio comunale per una discussione sulle questioni sanitarie e individuare eventuali responsabilità sul cattivo funzionamento del Pronto Soccorso e invita il presidente Garaffa ad informalo della protesta del consiglio comunale.
Il consigliere Piero Covato in nome della maggioranza dichiara la condivisione al consiglio e all’amministrazione su quanto deciso in ordine alla gestione del Pronto Soccorso.
Alla ripresa dei lavori sono presenti ventitré consiglieri si procede con la proposta della deliberazione avente a oggetto: “ alienazione del patrimonio del comune autorizzazione vendita relitto stradale in c.da Serrameta – eredi Concetta Zacco”.
Si tratta di un relitto di 135 metri quadri, sostiene l’ng. Capo, Puccio Patti, e creatosi quando ci furono variazioni sul tracciato della strada adiacente ed esso si trova sotto il piano stradale.
Ricade in zone E5 ed E1 nella variante al PRG. L’ufficio ha valutato il relitto in 4mila e 5oo euro. Il relitto non ha alcuna utilità pubblica. Sul relitto è stata costruita un’opera datata 1967.
Il sindaco anche quest’argomento entra nell’ottica di dismettere i relitti al fine di evitare discariche abusive e quindi ci sono motivi di opportunità di cederla.
Il consigliere Vito D’Antona si chiede del come mai sul relitto è stata costruita un’opera abusiva; quindi il comune prima intervenga su questa e poi dopo si valuti la dismissione; fare diversamente è un cattivo esempio per gli altri che si potrebbero trovare nelle medesime condizioni: necessario un approfondimento.
Il consigliere Peppe Stracquadanio, presidente della commissione urbanistica, valuta che va bene dismettere i relitti che non hanno alcuna utilità pubblica; qui è diversa perché insiste un’opera abusiva senza alcuna richiesta a suo tempo di sanatoria. E’ questa la motivazione del suo voto contrario. Prioritaria la legalizzazione dell’opera.
Il consigliere Carmelo Cerruto rileva che l’opera è precedente al 1 settembre del 1967 ma insiste su area comunale quindi l’immobile è di proprietà comunale e non può essere alienato a quel prezzo che è inferiore rispetto al mercato. L’atto deve essere legittimo e questa vuole dire avere contezza del fabbricato e delle particelle giuste dove insiste il relitto.
L’ing. Capo, Patti, specifica di un fabbricato di dieci metri quadri, di cui cinque di questi ricadono sul relitto e gli altri cinque nella proprietà dei richiedenti. Si stanno richiedendo trenta euro al metro quadro.
Poi non valuta abusivo il fabbricato perché realizzato prima del 1 settembre del 1967 e quindi prima degli obblighi urbanistici previsti per legge. Quindi non può chiedere al cittadino di sanare un bene posseduto senza contestazione nel corso di tutti questi anni.
Il consigliere Carmelo Cerruto chiede se un manufatto realizzato prima del 1967 in area demaniale è legittimo?
Il consigliere Vito D’Antona non è convinto sulla bontà di questa delibera che invita, se approvata la delibera, ad inviare alla Procura della Corte dei Conti. La procedura è probabilmente illegale perché si è in presenza di un’opera abusiva su un terreno di proprietà comunale. Adottare la delibera potrebbe dare origine ad un effetto emulativo verso altri cittadini. L’opera va acquisita invece alla proprietà comunale; proprietà che va tutelata. Diversamente si determina un precedente e un incentivo pericoloso.
Il consigliere Andrea Caruso valuta pregiudiziale la distruzione dell’opera abusiva che principio propedeutica alla vendita del bene e ciò al fine di evitare precedenti.
Il consigliere Piero Covato valuta che nel corpo della delibera sia posta la condizione che sia demolita la parte che cade nel demanio affinché la vendita sia efficace. Il consigliere Carmelo Cerruto ritiene che l’atto a questo punto vada rimodulato e quindi va ritirato e riproposto.
Il consigliere Piero Covato chiede e ottiene cinque minuti di sospensione per un raccordo sull’emendamento alla delibera.
Alla ripresa sono presenti venti consiglieri e il consigliere Carmelo Cerruto dichiara che l’atto va ritirato e l’ufficio deve rimodularlo; viceversa i consiglieri di minoranza lasceranno l’aula.
Il consigliere Piero Covato dà lettura dell’emendamento, che peraltro ha avuto il parere tecnico da parte della Po e di legittimità da parte del segretario generale: l’esecutività della delibera è condizionata dalla previa demolizione dell’opera su suolo demaniale.
Il consigliere Andrea Caruso non ha chiesto la redazione di alcun emendamento. Ha sostenuto che è necessario che l’opera su suolo demaniale sia abbattuta prima della vendita.
Il consigliere Vito D’Antona chiede all’amministrazione e all’ufficio di attivare le procedure previste per le opere abusive e invece stasera si vuole dare un premio. Non ci possono essere cittadini da serie A e di serie B. Questo è un segnale di illegalità e quindi l’atto deve essere ritirato dall’amministrazione e riformulato e chiede che si voti sul ritiro del punto.
Il consigliere Peppe Stracquadanio si dichiara d’accordo con l’emendamento.
Ai voti la richiesta è respinta con dodici contrari e otto favorevoli.
Sospesa la seduta per dieci minuti, alla ripresa sono presenti tredici consiglieri (i consiglieri di minoranza tranne Giuseppe Stracquadanio hanno abbandonato l’aula).
Si vota sull’emendamento presentato dal consigliere Piero Covato “sospendere l’esecutività della delibera consiliare e alla previa demolizione della tettoria ricadente sul suolo comunale” . Sull’emendamento si registra l’adesione del consigliere Giuseppe Stracquadanio in quanto valuta costruttiva la proposta della maggioranza).
Il consigliere Piero Covato condivide la posizione del consigliere Stracquadanio sottolinea che l’emendamento è quello proposto dall’opposizione e valuta che è più facile distruggere che costruire e la maggioranza si assume la responsabilità di andare avanti.
Ai voti l’emendamento viene approvato con dodici voti favorevoli e un astenuto.
La delibera nel suo complesso viene approvata con dodici voti a favore e un voto contrario.
La seduta viene rinviata a giovedì 30 giugno alle 19.

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