Lunedì i lavoratori postali terrano sit in davanti alla Prefettura di Ragusa

posta

I lavoratori postali terranno un sit-In unitario, lunedì 18 Luglio dalle 17 alle 19, davanti le nove  Prefetture della Sicilia. Il via libera del Governo alla cessione dell’ultima quota di Poste Italiane ancora in mano al Tesoro pari al 29,7% del capitale, dopo la svendita del 35% dello scorso Ottobre e l’ulteriore 35% di capitale passato sotto il controllo di Cassa Depositi e Prestiti,

preoccupa i sindacati di categoria e i lavoratori.
“Consideriamo questa – dice Giorgio Giummarra della Cisl Ragusa – una scelta sbagliata che sacrifica il futuro di un’azienda solida e dei suoi lavoratori, che negli anni l’anno risanata, sull’altare del debito pubblico.
Con la privatizzazione completa di Poste Italiane lo Stato compie un’operazione che non ha un senso economico. Poste, infatti, è un’azienda in salute e da 15 anni assicura alle casse dello Tesoro ingenti utili.
Si tratta di un patrimonio economico e umano che non può essere disperso solo per fare un pò di cassa e mettere una pezza ad un debito pubblico che galoppa per ben altre ragioni. Chi svende l’argenteria invece di aggredire gli sprechi fa un danno al paese e ai lavoratori.
Vendere Poste Italiane vuol dire consegnare il controllo di una grande azienda Italiana alla speculazione finanziaria dei mercati, quelli che hanno provocato la più pesante recessione economica del dopo guerra.
Vendere Poste vuol dire anche privarsi di uno dei principali gruppi europei della logistica e dei servizi, scelta che determinerà gravi ripercussioni anche sulla competitività del sistema paese.
Il Governo sta tentando di smantellare, con la disinvoltura che lo caratterizza, sottovoce e nella generale indifferenza e disinteresse della politica, delle istituzioni pubbliche e degli stessi mass media, uno degli ultimi importanti pezzi del patrimonio pubblico al servizio della collettività.
Se Poste Italiane, che sino ad oggi ha svolto un importante servizio sociale, fosse consegnata al mondo della speculazione finanziaria ed alle logiche che lo caratterizzano, perderebbe per sempre, quella identità sociale che finora l’ha fatta considerare la prima cellula istituzionale del Paese”.

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