Scicli, processo all’Operazione “Eco”. Assolto l’ex sindaco Susino: non è un mafioso. 12 anni inflitti a Franco Mormina

franco susino

Mormina FrancoL’ex sindaco di Scicli, Franco Susino, non è un mafioso. Il  Tribunale di Ragusa(presidente Saito, a latere Manenti e Aprile), infatti, lo ha assolto perchè il fatto non sussiste dalla  pesante accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Susino era stato coinvolto nell’operazione “Eco”, condotta dai carabinieri insieme con  altre dieci persone. In seguito all’indagine si era dimesso prima della scadenza del mandato da primo cittadino

Per gli imputati è venuta meno l’associazione di stampo mafioso, ma è rimasta   l’associazione semplice.   Franco Mormina, sciclitano, era  ritenuto a capo dell’organizzazione indagata. I magistrati lo hanno condannato a 11 anni e sei mesi di reclusione. Due anni in meno sono stati inflitti a Giacomo Fidone. Condannato a due anni Ugo Lutri, mentre Giovanni e Ignazio Mormina, parenti di Franco,   sono stati condannati rispettivamente a 5 anni e 4 anni e sei mesi di carcere. Un anno e 8 mesi sono stati comminati a  Renzo Gazzè, un anno e 4 mesi a Vincenzo Tumino.   Assolti Lorenzo Trovato perchè il fatto non costituisce reato, Giovanni Distefano   per non aver commesso il fatto e  Bartolomeo Cannella perchè il fatto non sussiste.Il pubblico ministero della direzione distrettuale antimafia di Catania Valentina Sincero, la scorsa settimana aveva chiesto la condanna per  Susino   a sette anni di reclusione e complessivamente per tutti gli imputati oltre 136 anni di carcere. Le accuse variavano dall’associazione mafiosa, anche a titolo di concorso esterno (come nel caso di Susino), alla  truffa, estorsione e furto. Per Franco Mormina era stata chiesta la pena più pesante: 24 anni. Mormina aveva accusato un malore lunedì scorso mentre presenziava all’udienza collegato in videoconferenza dal carcere di Secondigliano, rendendo necessario l’intervento del cardiologo e la sospensione della requisitoria del pubblico ministero,   proseguita il giorno dopo con le richieste di condanna.  20 anni di carcere ciascuno erano stati chiesti per il fratello di Franco Mormina, ovvero Ignazio, nonché per Giovanni Mormina, Ugo Lutri e Giacomo Fidone. Dai 4 ai sei anni di reclusione erano stati, infine, chiesti per Renzo Gazzè, Lorenzo Trovato, Giovanni Distefano, Bartolomeo Cannella e Vincenzo Tumino. Il processo scaturisce dall’operazione «Eco», condotta dai carabinieri e attinente al presunto condizionamento criminale vicino ad ambienti mafiosi del servizio di raccolta dei rifiuti a Scicli. Il titolare della «Ecoseib» Giuseppe Busso, che gestiva il servizio di raccolta rifiuti all’epoca dei fatti a Scicli, aveva confermato in aula le pressioni più volte ricevute da Franco Mormina, ritenuto essere dagli inquirenti a capo dell’organizzazione e che, secondo l’accusa, avrebbe imposto il suo controllo sulla gestione del servizio di raccolta rifiuti, compromettendo anche la regolare attività della «Ecoseib», parte civile nel procedimento assieme all’associazione «Codici onlus», «Obiettivo legalità» e comune di Scicli, rappresentato dall’avvocato Ignazio Galfo(l’ente ha ottenuto un risarcimento danni di   50 mila euro. Risarcimento per  l’impresa che gestiva il servzizio di igiene ambientale pari a 100 mila euro, rigettate, invece,  le richieste di  “Obiettivo legalità” nei confronti di Giovanni Mormina, Giacomo Fidone e Ugo Lutri, e delle associazioni  “Codici onlus” di   Roma, e  “Codici Sicilia”, di Palermo.

Nel processo è stato quindi più volte evidenziato come in città si respirasse un clima piuttosto pesante. Già nella prima udienza erano emerse le insistenti richieste di Mormina affinché alcuni dipendenti si licenziassero per poter procedere così alle assunzioni di persone a lui vicine. La difesa di Franco Mormina ha cercato di smontare in aula queste accuse mentre la difesa dell’ex sindaco Susino si è in larga parte soffermata sulla trasformazione dei contratti di Mormina e di altri 3 imputati. Secondo l’accusa, la trasformazione del contratto a tempo indeterminato avvenne nel 2010, quando il sindaco non era Susino. Proprio con l’elezione di  quest’ultimo l’amministrazione comunale contestò queste assunzioni. La vicenda portò alle dimissioni del sindaco Susino e al successivo scioglimento per infiltrazioni mafiose del consiglio comunale di Scicli. Il comune è al momento retto da una triade prefettizia.

Del collegio difensivo facevano parte, tra gli altri,  gli avvocati Cesare Borrometi, Edoardo Cappello, Rinaldo Occhipinti, Carmelo Passanisi,   Pino Pitrolo e Carmelo Scarso.

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