Nel PSR Sicilia 2014/2020 sono stati riclassificati più correttamente da macroarea C a macroarea D le arre rurali dei comuni di Giarratana, Chiaramonte Gulfi e Monterosso almo.

area rurale monterosso

E’ ormai ufficiale. l’Assessorato Regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea, dopo una dura lotta amministrativa da parte dei sindaci Lino Giaquinta, Vito Fornaro e Paolo Buscema con riferimento al PSR ( Percorsi di Sviluppo Rurale) 2014-2020 ha ritenuto riclassificare più correttamente i comuni di Giarratana, Chiaramonte Gulfi e Monterosso Almo da macroarea C – Aree rurali intermedie, a macroarea D – Aree rurali con problemi complessivi di sviluppo.

Giustizia quindi è stata fatta . Ma è stato necessario una mobilitazione generale delle tre Amministrazioni della zona montana iblea che l’anno scorso con un valido quanto circoscanziato ricorso rivolto sia all’Assessorato Regionale all’Agricoltura che al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali hanno dimostrato la non corretta classificazione delle aree rurali dei tre comuni iblei nell’ambito della Programmazione del PSR Sicilia 2014/2020. Naturalmente tutte le aziende che insistono nei territori di Giarratana, Chiaramonte e Monterosso Almo finalmente potranno ottenere maggiori e più sostanziosi contributi dalla Comunità Europea in quanto far parte della macroarea D con aree rurali con problemi complessivi di sviluppo dà la possibilità alle aziende di avere un punteggio notevolemente più alto rispetto all’appartenenza, precedente, della macroarea C. E tutto questo, a parità di punteggio con altre realtà, non è cosa di poco. L’Assessorato ha accolto la richiesta dei tre comuni interessati di inserire i loro teritori nell’ambito dell’area C piuttosto che nelle aree D in considerazione della bassa densità di popolazione, pari rispettivamente a 72 abitanti /kmq( Giarratana), a 65 ( Chiaramonte) ed a 56 ( Monterosso ) e della superficie rurale superiore ai 2/3 di quella totale , pari rispettivamente a 85,2%, a 86,4% ed a 73,7%, Per i suddetti comuni sono stati anche valutati i tassi si spopolamento, ossia le variazioni della popolazione nel periodo 2002/2012 che confermano l’elevata ruralità dei territori in questione. ” Siamo soddisfatti – affermano i tre sindaci – per aver raggiunto una equità di giustizia sociale nei confronti dei nostri concittadini”.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa