263 migranti, 2 gommoni ed un barchino, 1 cadavere, 1 scafista fermato dalla Polizia. Il cadavere giunto a Pozzallo era stato individuato durante il pattugliamento in mare nelle acque antistanti la Libia ma non è connesso alle imbarcazioni soccorse.

sbarco pozzallo

La Polizia ha raccolto gravi indizi di colpevolezza NYASSI Yankuba,25 enne nigeriano è lui, per i testimoni, colui che ha condotto il gommone dalle coste libiche. I responsabili del delitto concorrevano con altri soggetti presenti in Libia al fine di trarne ingiusto ed ingente profitto, compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari

. Il delitto è aggravato dal fatto di aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante.
I migranti provenienti dal centro Africa sono stati ospitati presso l’Hot Spot di Pozzallo per essere visitati, identificati e trasferiti in altri centri.

MODALITA’ DI SOCCORSO IN MARE

Nelle mattinata di venerdi la nave HMS “Enterprise” intercettava un gommone di colore nero stracolmo di migranti. In virtù delle scarse condizioni di galleggiabilità, veniva dichiarato evento SAR ed avevano inizio le fasi di trasbordo di tutti i complessivi 130 migranti.
Durante la rotta verso l’Italia, la nave soccorreva un altro gommone con a bordo 128 migranti e subito dopo una piccola barca con 5 migranti; inoltre riceveva da una nave militare spagnola la salma di un migrante intercettata durante il pattugliamento in mare aperto. Concluse le operazioni di trasbordo la nave HMS “Enterprise” si dirigeva verso il Porto di Pozzallo ove giungeva sabato pomeriggio. Dopo le operazioni sanitarie di rito, i migranti venivano trasferiti presso l’Hotspot.

ORDINE PUBBLICO ED ASSISTENZA

Il lavoro degli agenti della Polizia è sempre molto difficile in quanto bisogna far conciliare le esigenze di ordine pubblico, quelle di Polizia Giudiziaria ed ovviamente l’assistenza ai migranti appena sbarcati che resta prioritaria.
Il Funzionario dirigente del servizio di Ordine e Sicurezza Pubblica della Polizia di Stato, con a disposizione decine di uomini, ha dovuto poi coordinare, le immediate partenze, i trasferimenti dall’Hot Spot ad altre regioni e l’accoglienza di centinaia di migranti.
Le operazioni di sbarco non hanno fatto registrare criticità ed è stata prestata la massima attenzione verso i soggetti che avevano bisogno di cure mediche, in particolar modo diverse donne incinte e minorenni.
Alle procedure hanno partecipato 30 Agenti della Polizia di Stato, nonché appartenenti alle altre Forze dell’Ordine, la Protezione Civile, la Croce Rossa Italiana, Esercito Italiano ed i medici dell’A.S.P. per le visite mediche.
Al riguardo, le attività dell’Ufficio Immigrazione della Polizia di Stato risultavano complesse, dovendo essere espletate in tempi ristretti, così da permettere anche un immediato invio degli ospiti in altre strutture d’accoglienza.
La Polizia Scientifica ha lavorato consequenzialmente senza sosta per le operazioni di preidentificazione e fotosegnalamento, in considerazione dei nuovi arrivi. Si sta procedendo al fotosegnalamento dei migranti sbarcati ed al loro trasferimento ad operazioni ultimate, da parte degli uomini della Polizia di Stato che lavorano senza sosta.

LE INDAGINI

Gli uomini della Polizia di Stato – Squadra Mobile Questura di Ragusa – con la partecipazione di un’aliquota dei Carabinieri e della Guardia di Finanza poco dopo aver concluso le indagini a carico degli scafisti di 4 gommoni, hanno iniziato quelle a carico di altri due eventi di soccorso effettuati dalla Marina inglese.
Per quanto concerne un gommone non ci sono stati problemi, i testimoni hanno aiutato gli investigatori ad individuare lo scafista.
Per il secondo gommone i testimoni non hanno voluto indicare lo scafista o altrimenti è vero ciò che hanno dichiarato ovvero che effettivamente lo scafista non c’era e che a turno si erano adoperati per portare aventi il gommone fino al luogo che ormai conoscono dove ci sono i soccorritori.
Le indagini su una piccola barca con poche persone non hanno permesso di individuare lo scafista in quanto hanno raccontato di essere andati in Libia, di aver comprato una piccola barca e di essere partiti autonomamente perché non si fidavano di viaggiare in gommoni carichi oltremodo. Il viaggio è durato circa 6 ore, poi sono stati soccorsi nelle acque antistanti la Libia e condotti in Italia. Gli scafisti già individuati sono stati fotosegnalati dalla Polizia Scientifica in quanto autori del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, per poi essere condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria iblea.

LA CATTURA

Le indagini condotte dalla Polizia Giudiziaria, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto il responsabile del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa, gli investigatori hanno infatti ristretto gli scafisti che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione. Sono ormai quotidiane le udienze di incidente probatorio e quelle che portano alla condanna degli scafisti, rispettivamente per la ulteriore cristallizzazione in sede processuale della prova anche ai fini dibattimentali. Al riguardo molte le sentenze di condanne dell’Autorità Giudiziaria.

BILANCIO ATTIVITA’ DELLA POLIZIA

Nel 2016 sono 107 gli scafisti fermati in provincia di Ragusa. Lo scorso anno sono stati arrestati 150 scafisti dalla Polizia Giudiziaria. Inoltre, sono in corso numerose attività in collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane della Polizia di Stato (coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste straniere a quelle Italiane.

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