Udienza all’ARS: Albergo Itaparica a Marina di Modica. “I Beni comuni sono soli ed abbandonati. Chi difende gli interessi collettivi”?

albergo  a marina di modica

Legambiente esprime sconcerto per gli esiti dell’Audizione in IV Commissione Ambiente e Territorio sui lavori in atto sulla duna ex-Itaparica tenutasi giorno 3 agosto. Purtroppo nessuno dei presenti ha difeso gli interessi collettivi per un Bene Comune quale è il SIC oggetto di aggressione speculativa.

Non lo hanno fatto i componenti della Commissione nè i rappresentanti dell’amministrazione di Modica, i primi perchè evidentemente poco informati, i secondi, seppur informati dall’esposto-denuncia inviato loro mercoledì 27 luglio per mezzo di PEC, contenente diverse fotografie che dimostrano in maniera palese l’inosservanza di alcune prescrizioni, non hanno scandalosamente neanche accennato al fatto che fosse stato presentato.

Sorprende al riguardo quanto detto dall’assessore Belluardo nel corso dell’audizione, cioè che non si possono ledere gli interessi privati quando dovere primario di un amministratore serio amante della propria comunità sarebbe quello di salvaguardare i beni collettivi a maggior ragione se tali interessi sono sanciti in sede europea.

Nel corso dell’audizione si è detto solo che il progetto è munito di tutti i pareri e le autorizzazioni, di quanto sono “belle e buone” le prescrizioni che pensate un pò prevedono anche la sorveglianza della Forestale e via dicendo ma nessuno, ad esempio, ha chiesto se la Forestale sia stata correttamente informata sullo svolgimento dei lavori, se la stessa ha esercitato la supervisione, se abbia mai fatto controlli e loro eventuali esiti.

Le associazioni ambientaliste ribadiscono di essere a conoscenza dell’esistenza delle autorizzazioni e delle prescrizioni ma con la stessa sicurezza ribadiscono, documentazione alla mano, che diverse delle prescrizioni non sono state rispettate e quindi che il decreto autorizzativo va fatto immediatamente decadere.

Riguardo a ciò Legambiente è determinata ad andare fino in fondo per salvare uno dei pochissimi angoli di natura della costa iblea. Quindi Legambiente chiede, ancora una volta e pubblicamente, all’amministrazione e soprattutto al dirigente dell’ufficio, quale soggetto investito per legge del compito di vigilanza (si veda il box allegato), di verificare, dalle fotografie inviate, il mancato rispetto di alcune delle prescrizioni previste dal D.R.S. N 82 del 26/01/2007, ed inoltre, di verificare l’inosservanza di altre prescrizioni che per una serie di ragioni le associazioni ipotizzano non siano state rispettate, e conseguentemente di ordinare l’immediata sospensione dei lavori.

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