Guardia Medica a Marina di Modica. Ivana Castello(Pd) e il consulente del sindaco Rando

ivana castello

L’ assenza di medici presso la Guardia Medica di Marina di Modica dalle 20 alle 8 della mattina genera una moltitudine di polemiche. In primis, il consigliere comunale del Pd, Ivana Castello, aveva denunciato la questione mettendo in mezzo sindaco e direttore generale dell’Asp. Era intervenuto, di seguito, il delegato per la sanità del sindaco, Salvatore Rando,

rilevando che le competenze erano esclusivamente dell’assessorato regionale per la Sanità. “Le mie preoccupazioni – torna ad insistere la Castello – sull’assistenza sanitaria a Marina di Modica sono false e prive di fondamenta. Preoccupa, in particolare, che Rando sia consulente del sindaco, pur sconoscendo le competenze statutarie del Comune in materia sanitaria”. In proposito Ivana Castello, propone una nuova interrogazione che riportiamo di seguito.

Gentile Sindaco,

Direttore ASP Ragusa,

Sig. Salvatore Rando;

mi ha colto di sorpresa un intervento giornalistico del signor Salvatore Rando, sopratutto per la violenza, la disinformazione e la gratuità di cui è palese messaggero. Oltre alla contraddittorietà che caratterizza l’intero suo dire. A leggere una dopo l’altra quelle righe mi sono però tranquillizzata, poiché si tratta di discorso che parte, non si sa per dove, e arriva, passo dopo passo, dove chiunque si sarebbe augurato che arrivasse. Farò in modo, per onorare la politica, come la intendo io, di essere chiara e pacata. Sopratutto chiara.

Ho presentato alle SS.LL. una denuncia che è sotto gli occhi di tutti e che solo una persona disonesta, non è il caso del Signor Rando per carità, può travisare. In calce a quella dichiarazione, parlo della versione pubblicata su Rtm, i miei soliti cinque lettori hanno voluto dichiarare le loro sensazioni. Più o meno favorevoli, ma mi piace sintetizzarne un paio. E’ tutta gente onesta, così mi sembra, che non pare abbia interesse né a seguire me, né a dir male del sindaco e men che meno del direttore generale dell’Asp di Ragusa. Il primo lamenta una necessità irrisolta perché la guardia medica di Marina di Modica non era aperta. Dice testualmente:

«Condivido quanto sopraesposto dalla dott.ssa Castello che ha pienamente ragione e non ci resta che essere solidali con chi, per sua sfortuna, si è dovuto imbattere in talune circostanze incresciose, scandalose e pericolose, nonché deleterie per l’immagine dell’intero nostro territorio».

Potrei fermarmi a questo, ma non farei giustizia al signor Rando se non riportassi la seconda dichiarazione. Dice così:

«La Castello pone un annoso problema giusto, ma ha sbagliato ad indirizzare la nota sulla guardia medica di Marina di Modica al Sindaco e al direttore generale dell’ASP; deve indirizzarla a Crocetta Presidente della Regione Sicilia e al suo Assessore alla Salute Gucciardi, che stanno rovinando la sanità siciliana: per risparmiare si chiudono servizi, non si assume e si tagliano posti letto. Il tutto a danno dei cittadini. Una volta la Guardia Medica di Marina di Modica era aperta H 24 ed era presente il Medico, adesso è dalle ore 8,00 alle 20,00 con la presenza del medico e dopo le 20,00 solo il 118, purtroppo».

Anche questo scritto mi dà ragione, dico sul piano sostanziale. Dice esattamente le cose che ho detto io e cioé che la Guardia medica dev’essere aperta 24 ore su 24 e per 24 ore su 24 deve avere presente almeno un medico. Non potrebbe dire diversamente, perché siamo umani, abbiamo figli e siamo, tutti, sotto il cielo. Checché ne dica Rando, che a breve riprendo, ci danno le feste, ci vogliono dare i giochi olimpici, ma prima abbiano il buon senso di darci, almeno, un’assistenza sanitaria: sufficiente, insufficiente, non è questo il punto, ma ce la diano 24 ore su 24. Se mi date l’assistenza dalle otto alle venti e alle venti e un minuto me ne private e alle venti e due minuti mi viene un infarto, voi risparmiate qualche centinaio di euro in qualche modo sempre rimediabili, mentre io perdo la vita che nessuno mi può più ridare. Rando ne può dire di tutti i colori sulla mia ignoranza e la mia demagogia, ma io intanto sono andata.

Quello che mi colpisce di questa seconda dichiarazione è che a firmarla è lo stesso Salvatore Rando. E non ho ragione per ritenere che non sia la stessa persona che mi ha attaccato e a cui è rivolta, principalmente, questa mia riflessione. Dunque, Salvatore Rando, sul piano squisitamente sostanziale ha condiviso la mia denuncia. Ha subito, tuttavia, dichiarato che ho sbagliato nell’indirizzarla al Sindaco e al direttore generale dell’Asp di Ragusa. Per i morti, caro Rando, si ricorre direttamente al padreterno, ma per i vivi che vuole, ci dobbiamo rivolgere ai vivi. A chi sappiamo che agisce onestamente e che è funzionalmente competente. In qualche modo competente.

E qui vengo alle sue dichiarazioni di dissenso e alla sua violenza e, se me lo permette, alla sua, con tutto il rispetto, partigianeria. Perché se tra noi c’è un partigiano, questo è lei. Parlo di partigianeria e non di demagogia perché lei ha detto di disvolerla, la demagogia, anche se con l’articolo la pratica da maestro. E le spiego perché. A volte Iddio, questo penso di Lui, talora ci trascura e mentre parliamo si distrae e, venendo meno la sua assistenza, lascia che il nostro modesto cervello non preceda ma segua la nostra lingua, per cui scriviamo o diciamo al buio, privi del lume, dicevano i nostri nonni, della Ragione. E vengo alla spiegazione. Lei ha scritto queste gratuite parole:

«Le preoccupazioni lanciate da parte di un Consigliere Comunale su Marina di Modica senza assistenza sanitaria sono false e prive di fondamenta». E due paragrafi più sotto:

«L’interrogazione demagogica presentata solo per apparire, per fare propaganda elettorale sotto l’ombrellone in vista di proprie legittime ambizioni personali e per ritagliarsi qualche titolo sui giornali, invece di indirizzarla al sindaco e alla direzione dell’Asp, avrebbe dovuto documentarsi e poi successivamente chiedere spiegazioni ai suoi amici del PD, che sono al Governo della Regione -Presidente Crocetta e all’Assessore alla salute del PD Gucciardi.»

Dice, ripeto per chi non intendesse con chiarezza il discorso, che anziché rivolgermi al sindaco e al direttore dell’Asp avrei dovuto documentarmi e, successivamente, chiedere spiegazioni non al direttore dell’Asp, non al sindaco, bensì ai miei amici del PD. Mi ha tacciata d’ignorante per cui non posso risentirmi. Perché, vede, carissimo, tutti in qualche misura viviamo d’ignoranza. Direi anzi che navighiamo nell’ignoranza. Punto fermo per l’uomo avveduto è quello di essere coscienti dei propri limiti. Io nell’ignoranza ci sguazzo da quando nacqui e nonostante gli sforzi compiuti, quasi sovrumani, non sono mai riuscita a trarre da essa nemmeno un minuto della mia esistenza. Più studio, mi arrabbatto a studiare, e più mi accorgo dell’ignoranza che mi invade. Le debbo confessare, tuttavia, che prima di scrivere, modestamente per carità, è mio costume documentarmi e se i miei interlocutori soffrono talvolta nel rispondermi, è perché è mio costume, prima di chiamare in causa chicchessia, documentarmi. Anche in quest’occasione l’ho fatto e le sottopongo i risultati che mi hanno convinto a rivolgermi al sindaco e al direttore dell’Asp. Il primo è l’articolo 118 della Costituzione che, al quarto comma afferma:

«Stato, regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziative dei cittadini, singoli o associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà.»

Cos’è questo principio di sussidiarietà? Glielo debbo spiegare o lei lo conosce già? Aspetto una sua risposta, perché se mi dice che lo conosce, deve sapere già che qualsiasi cittadino, dunque anche lei, può rivolgersi al sindaco perché, in virtù di questa norma, si attivi nell’interesse generale della collettività; se non lo conoscesse, sarei io a doverla tacciare d’ignoranza. Ignoranza significa non conoscere e lei, dicendomi di avere sbagliato nel rivolgermi al sindaco ha dimostrato di non conoscere questa norma della Costituzione italiana. In questo senso io, non solo sono un qualsiasi cittadino (attivo), ma ho anche l’obbligo di farlo, non perché mi piaccia assumermi, in tutta libertà, quest’onere, ma perché sono obbligata per via del mandato elettorale. Poi, per carità, c’è anche l’articolo 19 dello Statuto del Comune, che reca un titolo che la farà impallidire: «Funzioni del Comune nel settore della Sanità». Sanità l’hanno scritta con l’iniziale maiuscola: io, come lei, l’avrei scritta, con aria di sufficienza, minuscola. Le fornisco il testo dei commi 2 e 3:

« 2. – Nello svolgimento dell’attività sanitaria il Sindaco, quale autorità sanitaria locale, assume i provvedimenti per assicurare lo stato di benessere fisico e psichico dei cittadini.»

« 3. – Al fine di cui al precedente comma il Sindaco prende accordi con altri Comuni, con la provincia e con la Regione, nonché con le Autorità Sanitarie Locali, anche per garantire l’assistenza medica, ostetrica e farmaceutica in tutte le ore del giorno e della notte.»

Dalla Costituzione e dallo Statuto del Comune, dunque, io sono tenuta a rivolgermi alle autorità competenti: anzitutto al sindaco in quanto Autorità Sanitaria Locale; al sindaco ancora, in quanto è lui che deve garantire l’assistenza medica 24 ore su 24 ai cittadini. E se lei ignora la Costituzione e la normativa statutaria del Comune di Modica… che debbo dirle? Non svolge il ruolo di consulente, pur se gratuitamente, del sindaco di Modica? E non conosceva queste norme?

Per quanto attiene al fatto che avrei dovuto rivolgermi al Dottor Gucciardi, assessore alla Sanità, e a Crocetta, miei compagni di partito… qui sta veramente la demagogia. Non intendo assolutamente negare né minimizzare le responsabilità del governo regionale, anzi condivido in toto quanto da lei affermato sulla negatività della sanità regionale, ma perché non dovrei rivolgermi al sindaco che è il garante locale dell’assistenza sanitaria e che, in base al comma 4, deve interloquire anche col responsabile dell’Azienda Sanitaria Locale, questo me lo deve spiegare da queste stesse colonne.

Concludo con due domande: la demagogia sta dalla sua o dalla mia parte? Ancora ritiene di poter insistere nella tesi secondo cui avrei dovuto rivolgermi a Gucciardi e a Crocetta e non al sindaco? Ritiene che il suo sia il modo migliore per risolvere i problemi della sanità a Modica? Ma perché non ci va lei da Crocetta, quale consulente (…) del sindaco? Tutto sommato deve muoversi un rappresentante del Comune, ed io faccio parte dell’opposizione.

Sempre pronta, comunque, a ricevere le sue considerazioni previa, ovviamente, attività di seria documentazione, ché la materia comunale è più complessa di quanto la sua saccenteria le fa intendere. La ringrazio per il riconoscimento delle mie «legittime ambizioni» ma è giusto che le dica il motto che guida il mio operato, almeno sin ora: «Sempre pronta alla guerra nell’interesse dei cittadini: mai vendersi, neanche alle proprie, pur legittime, personali ambizioni».

Ivana Castello

Consigliere comunale del PD

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