IL TENTATO RAPIMENTO DELLA BAMBINA A SCOGLITTI E IL CASO DELL’INDIANO LASCIATO LIBERO PER LA SECONDA VOLTA, “RAGUSA IN MOVIMENTO” CHIEDE SPIEGAZIONI

Mario  Chiavola

L’associazione “Ragusa in Movimento” esprime sconcerto e incredulità per l’incresciosa vicenda che ha proiettato la nostra intera provincia alla ribalta nazionale. Il riferimento è al caso dell’indiano che ha tentato di rapire una bambina a Scoglitti. “Anche stavolta, dopo un ulteriore interrogatorio – dice il presidente dell’associazione, Mario Chiavola – l’uomo è stato rimesso in libertà. Ci chiediamo perché la nostra comunità debba fare i conti con decisioni che ne minano la tranquillità e la sicurezza.

Siamo già intervenuti, come movimento, con l’avv. Michele Savarese, sottolineando, e lo diciamo senza spirito di polemica, che il procuratore della Repubblica dovrebbe spiegare ai cittadini perché l’indiano, arrestato inizialmente dai carabinieri con l’accusa di aver tentato di sequestrare una bambina che passeggiava tranquillamente con i suoi genitori sul lungomare di Scoglitti, sia stato scarcerato dalla procura stessa nella persona del sostituto procuratore Giulia Bisello. Dopo un ulteriore interrogatorio, tenutosi nella notte appena trascorsa, è stato deciso di lasciare l’uomo di nuovo libero. E tutto ciò determina profonda costernazione, oltre che preoccupazione, tra i cittadini. L’uomo avrebbe dichiarato agli inquirenti di non volere compiere questo gesto. Ma riteniamo che questa non sia motivazione sufficiente per fare calare la preoccupazione. Anche perché il tentativo di rapimento c’è stato. E quindi mettiamoci nei panni di quelle persone che, ad un certo punto, si sono viste portare via la propria bambina da uno sconosciuto. Una vicenda a dir poco inquietante”. L’associazione “Ragusa in Movimento” ha già messo in rilievo che il reato di sequestro di persona in danno di minore di quattordici anni, secondo l’articolo 605 del c.p. è punito con la reclusione da tre a quindici anni. Quindi anche in caso di delitto tentato poteva essere applicata la misura della custodia cautelare in carcere.
Nel caso oggetto di questa triste vicenda, tra l’altro, il protagonista risulta essere noto alla giustizia penale avendo precedenti per droga e per ricettazione, in aggiunta a ciò si tratta di un soggetto senza fissa dimora. “C’è stata l’espressione di una indignazione popolare – afferma ancora Chiavola – che, soprattutto sui social, è diventata particolarmente consistente. Sono intervenuti personaggi politici di spessore come Giorgia Meloni che si sono chiesti come sia potuta accadere una cosa simile. Non vogliamo lanciare accuse nei confronti della magistratura in cui riponiamo la massima fiducia. Ma questo caso merita di essere analizzato con la dovuta attenzione. Perché non è possibile che la gente della nostra provincia si confronti con una simile psicosi. Rimaniamo interdetti per tutto quello che sta accadendo. E chiediamo, ancora una volta, spiegazioni. I cittadini hanno bisogno di sapere”.

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