Signor Sindaco,
non le nascondo che durante l’occupazione dell’aula consiliare, mentre era a Roma, avrei voluto che fosse presente, per mostrarle il volto dei veri problemi di Modica. Chi governa dovrebbe, almeno, averlo visto una volta. Guardarlo dritto negli occhi. Ha perso un’occasione.
Poi, però, è stata abbastanza capace: ha preso in giro tutti: i lavoratori, i sindacati, la ditta Puccia e, perché no, anche la città. In Prefettura ha incontrato Giorgio Puccia, Giorgio Bandiera per la UIL di Ragusa, e vi siete accordati in ordine al debito. Erano da pagare quattro mensilità a partire da giugno. L’accordo è stato sottoscritto in un batter di ciglia: 400.000 euro entro il 19 ottobre, ossia cinque giorni dopo l’incontro, 300.000 entro il 4 novembre e un’ultima tranche di 300.000, entro il 22 di novembre 2016.
In totale un milione entro due mesi.
Tra i diffidenti nacque un problema. Il Comune, dicevano, tirerà fuori immediatamente 400.000 euro, ma siamo sicuri che andranno tutti agli operai? Perché, domandava un altro, non dovrebbero andare agli operai? Perché anche Puccia è stato costretto a indebitarsi per un arretrato irrisolto assai più lungo. E invece, caro sindaco, a non pagare è stata proprio lei. Che è accaduto, mi domando, in questo Comune, se sino a ieri ha amministrato lasciando intendere che i problemi li creavano i suoi predecessori e che con lei è tutta un’altra musica? Sta diventando come tutti gli altri. Ma si sente, almeno, un po’ umiliato, innanzi alla squadra dei lavoratori che aspettava 400.000 euro entro il 19 ottobre e invece ne ha ricevuti, in tre o quattro spezzoni, appena 200.000 e con l’obbligo di non presentarsi all’incasso prima del 26 ottobre? E gli altri 800.000 euro dove intende prenderli e quando intende darglieli? Circola voce che ha preso in giro tutti, in primis Puccia e i suoi lavoratori. Certo che se fosse riuscita a pagare, avrebbe lasciato tutti esterrefatti. Ma non c’è riuscita. Sarei curiosa di sapere che pensa, di questo mancato rendez-vous, il Prefetto. Dev’esserci rimasto male. Si starà chiedendo perché, la gente invoca la sua presenza, se appena cinque giorni dopo della firma, non rispetta i patti. Non vorrei trovarmi nei suoi panni.
Ivana Castello, capogruppo consiliare Pd