“Ordinavano” la pizza a domicilio per cinque persone. C’era anche chi “avvertiva” che c’erano “troppe forze dell’ordine in giro”. E’ questo quanto si rileva dalle intercettazioni riguardanti l’operazione “Blade” messa a segno dalla polizia a Modica con 17 misure cautelari.
Dagli atti risalta il modus operandi per lo spaccio di droga a Modica. Tra gli arrestati di giovedì notte, oltre ad un operatore ecologico, Giorgio Selvagio, ed una ragazza che qualche giorno prima era stata protagonista della vicenda che ha portato agli arresti domiciliari un 25enne modicano per tentato omicidio. Frattanto la Squadra Mobile e il Commissariato di Modica hanno arrestato uno dei tre destinatari del mandato di cattura dell’operazione non trovati giovedì, Odise Prence di origini albanesi(ne erano stati notificati ieri solo 14). L’uomo è stato scovato, grazie alle attività d’indagine nel comune di Marino, in provincia di Roma.
I continui contatti con gli uomini della Polizia di Stato della Sezione investigativa del locale Commissariato di Marino, hanno permesso di trovare riscontro sul territorio romano per l’individuazione del catturando.
I poliziotti che dovevano ricercare il soggetto albanese destinatario della cattura erano stati informati dagli investigatori iblei della pericolosità del catturando.
Sin dalla notte dell’esecuzione, Prence aveva cambiato appartamento, abitudine che aveva anche durante il periodo in cui era intercettato poiché temeva che la Polizia lo potesse arrestare da un momento all’altro.
Nonostante il tentativo di sfuggire alla cattura, Prence veniva individuato grazie alla conoscenza del territorio dei poliziotti di Marino.
Giunti presso la nuova abitazione, i poliziotti cinturavano la zona, conoscendo la pericolosità del soggetto da catturare.
Non appena davanti la porta dell’appartamento, si procedeva al blitz che doveva essere rapido e d’impatto per evitare reazioni del catturando.
In pochi secondi all’intero della casa c’erano 8 poliziotti che lo bloccavano; la perquisizione dava esito positivo, l’uomo era in possesso di una pistola, modello revolver, pronta a far fuoco e con decine di munizioni a disposizione.
Dagli accertamenti informatici presso la banca dati delle armi da sparo, si appurava che l’arma fosse di provenienza furtiva, pertanto Prence veniva arresto in flagranza di reato per la detenzione di arma illegale.
I poliziotti poi, notificavano anche l’ordine di esecuzione della misura cautelare in carcere nell’ambito della ampiamente descritta operazione “Blade”.
Prence, durante il periodo delle indagini, si occupava degli approvvigionamenti di stupefacente dal comune capitolino a Ragusa; successivamente la droga veniva ulteriormente ripartita nella provincia iblea.
Oggi avranno inizio gli interrogatori presso gli istituti di pena dove sono associati tutti gli indagati ad eccezione di una delle donne scarcerata perché ha un figlio neonato.