Un nuovo Codice degli appalti più efficace ed efficiente. Il Tavolo unitario della filiera delle costruzioni ha messo a punto un pacchetto di proposte che mirano a sostenere e innovare un settore ancora largamente colpito dalla crisi e a promuovere legalità ed efficienza. “Stiamo parlando – dice Vittorio Schininà, responsabile dell’Unione costruzioni Cna Ragusa, che ha seguito passo dopo passo l’evolversi delle trattative favorendo anche la creazione del tavolo unitario – di temi fortemente condivisi da tutte le sigle che hanno firmato il documento unitario e rispetto a cui auspichiamo ulteriori adesioni nei
prossimi giorni”. Ad aderire, oltre alla Cna, Ance, Claai, Alleanza delle cooperative italiane, Casartigiani, Confartigianato. “Tra le prime questioni affrontate dal gruppo di lavoro – spiega Schininà – quello del nuovo Codice, considerato unanimemente uno strumento capace di imprimere una svolta al settore dei lavori pubblici, seppure bisognoso di alcune modifiche indispensabili per assicurare maggiore trasparenza ed efficacia. A cominciare dal tema della qualificazione delle imprese per la quale si chiede di tenere conto degli effetti della pesante crisi e quindi di estendere a 10 anni il periodo di riferimento per comprova dei requisiti Soa, oltre alla possibilità per le gare sopra i 20 milioni di utilizzare i migliori 5 anni sugli ultimi dieci e di introdurre ai fini della qualificazione nuovi criteri reputazionali non solo quantitativi, ma in grado di premiare quei soggetti che hanno mantenuto una struttura affidabile e con elevate professionalità. Allo stesso tempo, occorre richiedere l’obbligo di iscrizione alle Soa a partire dai lavori oltre i 258.000 euro, per semplificare e facilitare l’accesso delle micro e piccole imprese al mercato dei lavori pubblici”. Ed è su questo punto che insiste il presidente provinciale Cna Ragusa, Giuseppe Santocono. “La facilitazione dell’accesso delle micro e piccole imprese – chiarisce – diventa di cruciale importanza per territori come il nostro dove la maggior parte delle imprese ha proprio queste caratteristiche”. Un altro elemento ritenuto fondamentale per la filiera sono i criteri di aggiudicazione delle gare che devono poter garantire efficienza e trasparenza allo stesso tempo. “Per questo – continua Santocono – si chiede l’introduzione del meccanismo dell’esclusione delle offerte anomale con metodo antiturbativa, per gare per lo meno fino a 2,5 milioni di euro, così da evitare cartelli tra imprese e al tempo stesso garantire celerità e obiettività nell’aggiudicazione delle gare di appalto”. Ma ci sono anche altri aspetti che meritano di essere approfonditi. “In materia di urbanistica – prosegue Schininà – serve attenzione per le opere di urbanizzazione secondarie sotto soglia che rischiano di essere bloccate nel caso non vengano estese anche ai privati le stesse norme vigenti per le stazioni appaltanti pubbliche. Anche sul subappalto, al di là dei limiti percentuali decisi dal legislatore, il tavolo chiede che sia comunque garantito il diritto all’utilizzo del subappalto rimuovendo la facoltà delle stazioni appaltanti di consentirlo o meno nel bando di gara, unitamente all’abrogazione della previsione di indicazione della terna in fase di offerta”. Infine la filiera si sofferma sulla necessità di favorire il project financing, prevedendo misure che agevolino la bancabilità delle operazioni per i privati, anche in considerazione delle scarse disponibilità pubbliche e delle caratteristiche di alcuni tipi di concessioni. L’Unione Costruzioni e la Cna provinciale di Ragusa chiedono che anche i parlamentari dell’area iblea si attivino per assicurare il dovuto riscontro, in sede legislativa, rispetto a queste richieste che possono fornire un supporto per invertire la tendenza deficitaria che caratterizza l’intero comparto.