Il progetto scuola si potrebbe dire parte con il piede giusto. “Gacominazza” di scena questa mattina al Teatro Garibaldi di Modica, ha affrontato un tema di grande attualità perché molte sono le incognite aperte sulla questione dell’omosessualità che il vibrante cantiere del dibattito rimane molto purtroppo molto attivo. Gli studenti, circa duecento, del Liceo Scientifico “G.Galilei”, del Liceo Artistico e dell’ITC “Archimede” di Modica (dovrebbero essere di più se tutte gli istituti aderissero opportunamente al progetto della Fondazione) hanno assistito con grande attenzione e partecipazione alle pièce teatrale.
Due ottime attrici, Giovanna Mangiù e Luana Rondinelli, hanno dato contenuto e forma a un testo scritto e diretto da Luana Rondinelli. La messa in scena dello spettacolo è scarna: un tavolo, due sedie, alcune carte dei tarocchi e qualche candela; quanto basta per dar vita a una rappresentazione incentrata principalmente sulle parole e sui corpi vibranti di sentimenti delle sue attrici.
Le due protagoniste sono bravissime nelle loro interpretazioni di donne meridionali combattive e passionali. Entrambe sono puro istinto. Entrambe sono figlie emancipate di quelle donne popolane che soprattutto in passato abbiamo visto nel nostro cinema e a teatro portare a testa alta il proprio fardello senza scomporsi.
L’autrice di “Giacominazza” è come se volesse in qualche modo proteggere i suoi personaggi dalla tragedia, spingendoli a reagire, facendoli ridere, cullandoli come una brava madre con i propri figli attraverso un’allegria presente anche nei momenti più tristi. Tale scelta stilistica si rivela altrettanto, se non più efficace del dramma a tutti i costi. Si ride e soprattutto si riflette nell’assistere al confronto/scontro tra le due protagoniste, ciascun’immagine speculare dell’altra.
Giacomina, giovane ragazza del sud, desidera essere se stessa ad ogni costo, rivendicando la propria libertà ad amare una donna come lei. Mariannina, una cartomante carnale e un po’ di facili costumi, al contrario, ha smesso di credere nell’importanza della propria autenticità, nascondendosi dietro la maschera del suo personaggio eccentrico che, invece di combattere il provincialismo in cui è immerso, ne asseconda le mediocrità e le frustrazioni.
Il tema del doppio in “Giacominazza” è esplicitato con proverbi di saggezza popolare contrapposti al desiderio di libertà della coraggiosa Giacomina, la quale ai detti e alla filosofia “paesana” della cartomante oppone semplicemente il proprio sentire.
L’amore spinge Giacomina a trovare quelle parole non scritte nell’ipocrita morale della provincia italiana. Quelle parole che le serviranno a comprendere che la via scelta, per quanto tortuosa e difficile, è quella giusta perché viene dal cuore.
Giacominazza ha regalato brio, passione, velocità e dialetto in un tema omosessuale ancora inusuale. L’amore saffico che non vuole nascondersi tra le mura di una casa, ma preme per uscire allo scoperto tra le viuzze di un paesino siciliano che non è pronto, come non lo è una delle due protagoniste, ad accettare lo sfondamento di questo tabù.