Si è svolta ieri presso la Prefettura di Ragusa, una conferenza di servizio sul problema delle canne sulle spiagge di Scicli, convocata dal Prefetto di Ragusa Librizzi su richiesta del sindaco di Scicli Enzo Giannone, che ringrazia per la grande attenzione e vicinanza il Prefetto.
Alla conferenza erano presenti tutti gli enti a vario titolo competenti in materia, tranne la Regione Sicilia che, dopo aver disertato la conferenza già svoltasi a Scicli, ha disertato anche quella svoltasi a Ragusa.
La questione di fondo emersa dai lavori della conferenza è stata quella della classificazione dell’enorme quantità di materiale riversatosi sulle spiagge sciclitane dopo l’alluvione del 22 gennaio. Da tale classificazione dipendono infatti le procedure per la rimozione e i costi di tali procedure.
Tanto l’ARPA quanto ATO Ambiente Ragusa hanno sostenuto che, sulla base della normativa vigente, trattasi di rifiuti e come tali devono essere trattati e smaltiti. Ciò comporta l’attivazione di procedure molto complesse e dai costi ingenti, ben superiori al milione di euro. Tali procedure, come affermato dal Prefetto, sarebbero di competenza di chi è proposto alla trattazione della materia, ovvero dell’ATO Ambiente che però ritiene che una quantità così enorme di canne non possa essere smaltita in nessun impianto in Sicilia.
Il sindaco di Scicli ha ribadito, come già nella precedente conferenza di servizio, che se invece le canne fossero classificate come sottoprodotto agricolo e quindi biomassa, esse potrebbero essere trattate in loco attraverso triturazione e smaltite attraverso procedure più celeri e molto meno costose. Procedure di cui potrebbe farsi carico il Comune di Scicli, se messo in condizioni amministrativo-giuridiche per farlo.
A conclusione della conferenza si è pertanto deciso che il Comune di Scicli chiederà con urgenza alla Presidenza della Regione Sicilia una deroga interpretativa alla vigente normativa che, considerate tutte le urgenze e le necessità derivanti dall’attuale situazione di interdizione delle spiagge, classifichi le canne come biomassa derivante da sottoprodotto agricolo e ne permetta la rimozione secondo modalità sostenibili dal punto di vista organizzativo ed economico.
In caso dalla Regione non arrivasse la determinazione di cui sopra, la situazione nelle spiagge di Scicli continuerà ad essere insostenibile, con gravi ripercussioni oltre che ambientali anche economici, tanto più che si sta avvicinando il bel tempo e l’inizio della stagione turistica.