Rivive il varietà, l’avanspettacolo ovvero il fratello povero del teatro di rivista, come si chiamava una volta, al Teatro Garibaldi di Modica. Nell’ambito dei fuori abbonamenti, la con compagnia G.O.D.O.T di Ragusa ha messo in scena con “Gran Varietà G.O.D.O.T” i testi della tradizione di uno spettacolo che visse un ventennio folgorante tra il 1930 e il ’40 ma anche in una lunga fase postbellica; un genere brillante, ridanciano e ricco di no sense che ha dato origine a buona parte della commedia italiana del secolo scorso.
I costumi, i testi delle canzoni, le battute equivoche giocate soprattutto con i doppi sensi che al tempo che fu scuotevano la morale corrente o il perbenismo di facciata riducendo ingiustamente il varietà alla categoria degli spettacoli da evitare, oggi invece sono partiture che suscitano sorrisi e quell’euforia giusta che conferma il genere come un teatro amabile e leggero.
Federica Bisegna, Vittorio Bonaccorso, che cura anche la regia dello spettacolo, e Tiziana Bellasai hanno retto con professionalità la prova di un genere non semplice e tutti gli attori e le comparse comprese non sono state un contorno ma hanno svolto la loro parte integrandosi a tal punto che hanno avuto il loro attimo di “celebrità” sulla scena.
E come tutti i varietà che si rispettano non poteva mancare la musica dal vivo con un trio d’eccezione: Peppe Arezzo al pianoforte, Alberto Fidone al contrabbasso e Peppe Tringali alle percussioni.
Lo spettacolo orizzontalmente ha rivisitato i mostri sacri del genere che vanno da Ettore Petrolini, Erminio Macario, Totò, Gino Bramieri, Carlo Campanini, i Barra, i fratelli Maggio e altri.
Unico neo la durata dello spettacolo, circa tre ore, che nei fatti ha pesato nell’economia di una rappresentazione che ha però colmato in allegria e spensieratezza una ancora fredda domenica pomeriggio di marzo.