Il Consigliere M5S Ragusa Gulino paragona chiesa locale alla mafia. D’Asta e Chiavola: Il sindaco stigmatizzi queste assurde dichiarazioni”

Mario D'Asta e Mario Chiavola

“Vorremmo capire se il sindaco di Ragusa Piccitto e i componenti della sua Giunta condividono le affermazioni di un esponente della maggioranza, il consigliere comunale Dario Gulino, che ieri mattina, sul proprio profilo Facebook, a proposito del protocollo stipulato nei giorni scorsi dall’Amministrazione cittadina

con la Curia per l’apertura dei principali luoghi di culto a fini turistici, ha paragonato la Chiesa locale alla stessa stregua della mafia, visto che il Comune di Ragusa sarebbe obbligato a pagarle il pizzo”. A dirlo i consiglieri comunali del Pd Mario D’Asta e Mario Chiavola che si dicono indignati per le affermazioni qualunquiste e populiste, oltre che davvero preoccupanti, di un rappresentante della compagine politica che sostiene la Giunta Piccitto e si augurano che il sindaco prenda decisamente le distanze da queste dichiarazioni, il che, se non accadesse, vorrebbe dire in qualche modo condividerle. Questo il testo che il consigliere comunale M5s Dario Gulino ha pubblicato questa mattina sul proprio profilo Facebook. “Ed anche quest’anno il Comune paga 45mila euro di pizzo alle chiese – è scritto senza mezzi termini – per farle tenere aperte. Quindi: il Comune regala il terreno, il Comune paga i lavori di costruzione, il Comune paga le ristrutturazioni, il Comune paga per tenere le porte aperte. Qualcosa non funziona. Sono sempre più convinto che basterebbe togliere il Vaticano dall’Italia per risolvere almeno il cinquanta per cento dei problemi”. Fin qui, dunque, l’intervento del consigliere Gulino che, quando qualcuno, tra i commenti su Facebook, gli chiede di dare spiegazioni, rincara la dose: “Ragusa è sempre stata obbligata a pagare questo pizzo alle chiese”. Obbligata? “Sì obbligata – prosegue Gulino su Fb – basta vedere quanto costano annualmente e, poi, vedere quanto guadagnano. Oops, questo non si potrà mai sapere, non si sono mai saputi i guadagni della mafia e quanti beni ha. Figuriamoci se possiamo sapere questo sulle chiese. Ma tanto nessuno si metterà mai contro il Vaticano e per non avere problemi si continuerà a pagare e a sostenere questo sistema”. “Basta questo per fare capire il tenore della gravità delle suddette affermazioni – dicono ancora D’Asta e Chiavola – su cui non si può fare finta di niente e rispetto alle quali è indispensabile che il sindaco Piccitto, o chi per lui, dica la propria”.

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