Padre Giovanni Salonia rinuncia a fare il vescovo di Palermo. “Troppe calunnie”

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Il cappuccino ragusano Giovanni Salonia, alla fine, ha deciso di rinunciare al ruolo di Vescovo ausiliare di Palermo. Con una lunga lettera annuncia la sua rinuncia alla nomina dello scorso 10 febbraio da parte di Papa Francesco. Dopo un supplemento d’indagine sulla scelta del presule, l’ordinazione episcopale è stata bloccata da Bergoglio in persona che ha chiesto a padre Salonia di fare un passo indietro.
“Confratelli dell’Arcidiocesi di Palermo – scrive Salonia – vi comunico che consegno nelle mani del Santo Padre la rinunzia alla mia consacrazione come vescovo ausiliare dell’Arcidiocesi”.

Il cappuccino, insomma, obbedisce al Santo Padre rinunciando all’incarico ma è evidente che la vicenda si è fatta molto imbarazzante e getta pesanti ombre sull’arcidiocesi di Palermo guidata dall’ex parroco di Modica, monsignor Corrado Lorefice.

“Avevo accettato – scrive Salonia – in spirito di servizio ecclesiale questo impegnativo e delicato ufficio, a cui, in modo impegnativo e inaspettato, ero stato chiamato. Tale nomina, mentre in tanti aveva suscitato sentimenti di gioia e di speranza, in qualcun altro ha provocato intensi sentimenti negativi, con attacchi nei miei confronti infondati, calunniosi e inconsistenti, ma che potrebbero diventare oggetto di diverse forme di strumentalizzazione, anche di tipo mediatico. Iniziare un servizio ecclesiale in un tale clima mi avrebbe sottratto energie e serenità nel portare avanti il ministero a cui ero chiamato e, ancor più, avrebbe turbato la serenità e la gioia della comunità ecclesiale.
Per tali ragioni, – prosegue il cappuccino – con la dignità interiore di chi mette in secondo piano i propri diritti pur di servire la Chiesa e con lo stesso amore ecclesiale con cui avevo accettato la nomina, ho deciso di rinunciare alla consacrazione episcopale. Non voglio in alcun modo che l’esercizio del mio ministero possa essere inquinato. Rassicuro coloro che potrebbero restare delusi della mia rinuncia: conservo viva è intatta la disponibilità a collaborare sempre, per quel che può essere utile, alla “edificazione del Corpo di Cristo” (Ef 4,12) che è la Chiesa. Ringrazio il Vostro Pastore, don Corrado, per la stima e l’affetto dimostratimi: sarebbe stato proficuo lavorare insieme per il bene della Chiesa e di tante anime bisognose di supporto spirituale e umano. Certamente collaborerò con il suo servizio pastorale mediante la preghiera e la chiamata all’aiuto apostolico.

I sentimenti di affetto che, o per previa conoscenza o per una forma di naturale ‘a priori’ pastorale, nutro nei vostri confronti, resteranno nel mio cuore e li presenterò al Signore. Desidero ringraziare, in modo particolare, voi presbiteri di codesta Arcidiocesi, che avete accolto con gioia l’indicazione della mia nomina. A tutti rinnovo i miei sentimenti di stima e i miei auguri. Per parte mia, voglio entrare in un clima di silenzio e di riflessione. Chiedo allo Spirito di farmi comprendere la volontà del Padre in questa misteriosa vicenda e di concedermi la grazia di perdonare quanti si sono dimostrati a me avversi. Sarò grato a tutti coloro che custodiranno questa dolorosa vicenda nella preghiera, facendo emergere i dati di verità e di umanità in essa celati. La Vergine Maria, che è di tutti Madre, ci indichi la strada sempre difficile della verità e della fraternità e custodisca i nostri cammini personali ed ecclesiali. Vi auguro un Tempo Pasquale di speranza! In particolare mi riferisco a coloro che vivono situazioni di sofferenza. Chiedo al Pastore della vostra diocesi e a voi tutti una benedizione e una preghiera, mentre vi auguro ogni bene nella forza dello Spirito”.

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