Anziana donna di Ispica attende due ore al Pronto Soccorso di Modica poi va da un cardiologo privato. Il primario: “Le risposte le da direttamente lei”

scarso-carmelo-drUn’anziana donna ispicese affetta da una grave malattia cronica muscolare alcuni giorni fa si è recata al Pronto Soccorso dell’ospedale “Maggiore” di Modica . La signora ha dei valori pressori di 200 e 100, una forte aritmia molto rischiosa per il quadro clinico generale trattato con forti dosi di cortisone e il medico della guardia medica di Ispica decide il suo immediato trasferimento al Pronto Soccorso per effettuare accertamenti cardiologici e avvisa il reparto del Maggiore dell’imminente arrivo della paziente ispicese accompagnata in auto dalle figlie. L’anziana signora però ad attenderla al Pronto Soccorso del Maggiore non ha trovato né un medico né un infermiere al quale raccontare il suo caso ma solo una disordinatissima e interminabile fila di pazienti interrotta frequentemente da codici rossi arrivati nelle autoambulanze. Dopo oltre due ore di attesa la signora comincia a spazientirsi anche perché le sue condizioni cliniche non le consentono di stare seduta e non allettata per molto tempo e nessuno, né medico né infermiere trova il tempo di occuparsi della signora o di classificare il codice della sua emergenza. A sentire la testimonianza della signora pare che quel pomeriggio prefestivo fossero numerosissimi i casi giunti al reparto pronto soccorso e che a smistarli ci fosse solo un medico e pochi infermieri. Non potendo più sostenere l’attesa a causa del peggiorare delle sue condizioni cliniche le figlie nonostante fossero le 22.30 di sera decidono di contattare un cardiologo privatamente ed è stato lui alle 23 di sera ad eseguire gli esami necessari e a somministrare a pagamento alla signora le cure del caso per evitare il peggio. Dell’episodio è stata informata la segretaria provinciale dell’UGL Sanità Tiziana Scuto. “E’ inammissibile, ha commentato la Scuto, che un pronto soccorso che copre un’utenza distrettuale vastissima ed emergenze anche oltre il distretto(Rosolini) non abbia un servizio di triage e di valutazione delle urgenze. Non è raro il caso di una sovraconcentrazione di emergenze visto il grande bacino di utenza e si continua ciò nonostante a non potenziare il personale medico e paramedico. Non si discute sulle capacità del personale ma non si può chiedere a questo di fare l’impossibile per rispondere a tutte le emergenze: occorre investire nel potenziamento di un reparto come il pronto soccorso piuttosto che in progetti di dubbia utilità sociale”.
LA REPLICA
Il primario del Pronto Soccorso dell’Ospedale “Maggiore”, Carmelo Scarso, ritiene la polemica inopportuna e poi che una replica, sottolinea perentoriamente: “Più che da parte nostra – spiega – credo che la risposta se la sia data la signora interessata ed i suoi
familiari quando puntualizzano che l’attività del Pronto Soccorso era interrotta continuamente da codici rossi. E’ questo il problema. I
numerosi codici rossi. La donna, evidentemente, era giunta in ospedale senza preavviso di codice rosso che il responsabile della Guardia
Medica di Ispica avrebbe dovuto allertare. Del resto mi sembra di capire che la persona interessata sia arrivata a Modica in auto e non
come si conviene per i casi gravi con il 118”. Riguardo alla mancata presenza di medici o infermieri a cui gli interessati potessero
spiegare i problemi della donna, Scarso è chiaro: “Non è assolutamente vero – ribatte -. Certo se come sostiene c’erano diversi codici
rossi è normale che il personale sia impegnato negli ambulatori, ma smentisco l’assenza di questi. Qui si andrebbe sul penale. Evidentemente la Guardia Medica aveva consigliato alla donna di portarsi al Pronto Soccorso di Modica, che è, è giusto ribadirlo, posto per le emergenze, ma non aveva ritenuto di allertare il codice rosso”.

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