La Polizia a seguito degli sbarchi di sabato e domenica scorsi ha raccolto gravi indizi di colpevolezza a carico di Said Nasrudin, somalo di 20 anni , e ne individua altrui tre. Oltre 550 ne sono arrivati a Pozzallo di migranti alcuni dei quali hanno vissuto una vera tragedia. Lo scafista era sul gommone che due giorni fa si era rovesciato dopo avere imbarcato acqua con le circa ottanta vittime del naufragio avvenuto a largo della Libia.
Lo hanno raccontato i sopravvissuti, sentiti su disposizione della Procura di Ragusa, che sono sbarcati ieri a Pozzallo dal cargo danese Alexander Maerks e non dal pattugliatore Fiorillo, come si era appreso ieri sera.
La tragedia sarebbe avvenuta intorno alle 8, quando il gommone ha cominciato a imbarcare acqua e si è rovesciato. I superstiti sono riusciti a sopravvivere restando aggrappati al natante. Sono rimasti in acqua per molte ore.
Il somalo è stato individuato grazie alle testimonianze dei passeggeri. Almeno 113 persone sono disperse in mare. La notizia arriva da Flavio Di Giacomo, portavoce dell’Oim. Le operazioni di soccorso, effettuate dalla Guardia costiera libica insieme ad alcuni pescatori, sono riuscite a salvare solo sette persone, sei uomini e una donna.
L’immediata accelerazione alle indagini sull’approdo dei migranti di sabato permetteva di fermare uno scafista. Gli investigatori apprendevano inoltre che gli altri due eventi giunti a Pozzallo non erano riconducibili a scafisti perché gli stessi avevano fatto rientro in Libia. In particolare, gli scafisti di origine libica giunti in prossimità delle acque internazionali, smontavano il motore e facevano rientro a bordo di un altro gommone con i complici a bordo, lasciando alla deriva i migranti che poi venivano soccorsi dalla Capitaneria di Porto.
Quando il team di investigatori stava ancora completando le indagini sullo sbarco di sabato, un altro team iniziava quelle sull’approdo di ieri pomeriggio. La nave ha fatto ingresso al porto di Pozzallo alle 16.00 ma le operazioni di sbarco sono durate diverse ore, tanto che venivano ultimate verso le 22.30.
Gli investigatori della Squadra Mobile si mettevano subito alla ricerca dei testimoni in grado di riferire notizie utili per identificare gli scafisti e dopo pochi minuti apprendevano da un folto gruppo di migranti che uno degli scafisti era deceduto per annegamento insieme ad altre 80 persone circa. I testimoni riferivano che durante la navigazione il gommone carico oltremodo (circa 120 persone) iniziava ad imbarcare acqua fino a quando non si ribaltava facendo cadere tutti in mare. Solo una quarantina riuscivano ad aggrapparsi al natante in arrivo della nave mercantile “Alexander Maersk”. Effettivamente il comandante della nave riferiva di questo evento tragico e che i cadaveri erano stati recuperati da un’altra nave impegnata nei soccorsi.
Le indagini sono tuttora in corso e mentre un team sta ascoltando i superstiti, un altro team ha già individuato 3 sospettati di essere gli scafisti degli altri natanti soccorsi dalla nave mercantile.
Le indagini termineranno solo quando la Polizia avrà chiarito l’esatta dinamica che ha coinvolto le imbarcazioni soccorse, identificando i responsabili del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Gli arrestati verranno condottipresso l’istituto di pena di Ragusa.
La Squadra Mobile durante le indagini ha identificato un marocchino in quanto destinatario di un ordine di cattura emesso dal Tribunale di Venezia per i reati di furto aggravato e rapina commessi nel 2013.
Il marocchino nonostante abbia tentato di fornire un’identità falsa è stato individuato grazie al rilevamento delle impronte digitale effettuato dalla Polizia Scientifica. Grazie all’identificazione, è stato possibile accertare che il marocchino nel 2013 avesse compiuto furti e rapine per poi essere espulso. Il suo tentativo di reingresso è risultato vano in quanto non appena sbarcato la Squadra Mobile lo ha condotto in carcere per espiare le pena per i reati commessi in Italia. Al termine della pena verrà nuovamente espulso.