La Polizia di Comiso il 23 maggio scorso hanno tratto in arresto in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare Salvatore Andolina, 38 enne comisano e Dario Interdonato, 32 enne comisano entrambi pregiudicati.
L’operazione di Polizia era iniziata il 27 aprile scorso quando un intervento di volante per ladri in abitazione effettuato dagli uomini della Polizia del Commissariato di PS di Comiso ha permesso di identificare i due indagati quali autori del furto perpetrato presso una casa di due anziani coniugi sita in Pedalino, frazione di Comiso.
Invero, la proprietaria riferiva di essere uscita dalla propria abitazione all’incirca alle ore 7,45 per recarsi a piedi presso la vicina abitazione della figlia. Una volta tornata a casa (verso le ore 8,20 circa), in compagnia della nipote che aveva condotto con sé, tentava vanamente di aprire il portone di ingresso che risultava bloccato e nel contempo udiva dei rumori provenire dall’interno dell’abitazione. Pochi istanti dopo, dalla porta del garage pertinente all’abitazione, uscivano due soggetti a volto scoperto, di cui uno teneva in mano un sacco di plastica nero, i quali si davano alla fuga.
Come successivamente constatato da personale appartenente al Commissariato di PS di Comiso, l’abitazione era stata messa a soqquadro, la porta di ingresso risultava danneggiata come pure una cassaforte di metallo, di cui era stato divelto il lucchetto, ove il proprietario custodiva alcuni fucili, legalmente detenuti, che tuttavia non erano stati asportati.
In sede di denuncia, il proprietario indicava i beni che erano stati sottratti e, in particolare, lamentava di aver subito un danno complessivo pari a circa 5.000,00 euro costituto dalla somma di denaro contante pari ad euro 1.200,00 nonché al valore dei numerosi monili d’oro e di alcuni orologi che risultavano mancanti.
Il proprietario a causa della velocità degli eventi riferiva di non essere in grado di riconoscere i due autori del fatto. Veniva però fornita una descrizione fisica dei due uomini e degli indumenti che indossavano, elementi che successivamente trovavano riscontro decisivo dalla visione delle immagini registrate da un impianto di video sorveglianza
La visione dei fotogrammi consentiva al personale della Polizia di Stato di riconoscere senza dubbio Andolina Salvatore ed Interdonato Dario, conosciuti dall’Ufficio e controllati già in passato quando furono trovati a bordo di una Volkswagen Golf.
Proprio tale auto era stata ripresa dalle immagini del sistema video, mentre era in transito nella stessa mattina del 27 aprile 2017 proprio sui luoghi del fatto.
In particolare gli operanti di PG, ricostruendo gli orari dei passaggi anche alla luce delle concordanti dichiarazioni della vittima che avevano descritto e circostanziato nel tempo i loro spostamenti nel corso della mattinata del 27, potevano constatare la presenza della predetta autovettura in transito a Partire dalle ore 6,29 circa fino a alle ore 8.21 circa quando la videocamera riprendeva i due indagati che si davano alla fuga.
Andolina, sentito in questi uffici successivamente, riferiva che nella stessa mattinata quando andava a prendeva la sua autovettura per recarsi al lavoro, notava che la sua macchina era stata asportata da ignoti pertanto formulava denuncia di furto.
Le dichiarazioni pretestuosamente rese da Andolina, risultano evidentemente precostituite dallo stesso a distanza di alcune ore dal furto al fine di giustificare presenza della propria autovettura che, nella fuga, i correi erano stati costretti a lasciare parcheggiata a Pedalino e che, infatti, veniva rinvenuta dal personale del Commissariato di Comiso, chiusa a chiave nei pressi dell’abitazione teatro del furto. L’inverosimiglianza delle predette dichiarazioni deriva in particolar modo dalla accertata presenza dell’autovettura a Pedalino già dalle ore 6,29 circa della mattina del 27 aprile, come chiaramente attestato dalle immagini della videosorveglianza.
Il fatto contestato agli autori è pertanto riconducibile al reato di furto in abitazione, aggravato dall’aver usato violenza sulle cose (gli indagati hanno usato un flex per rompere il lucchetto posto a protezione della cassaforte ed hanno forzato la porta di abitazione in legno, che era chiusa semplicemente, senza giro di chiave) e dall’aver cagionato un danno patrimoniale di rilevante gravità (€ 5.000,00), se rapportato alle presumibili condizioni economiche della coppia.
Appena alcuni giorni dopo, in seguito ad ulteriori indagini, la Polizia aveva appurato che però Andolina, posto agli arresti domiciliari presso l’abitazione da lui dichiarata come luogo di dimora, aveva cambiato immediatamente, giusta autorizzazione, l’abitazione dove espiare la pena recandosi in un altro luogo.
Questa modifica non passava inosservata e la Polizia di Stato chiedeva un decreto di perquisizione all’AG considerato il brevissimo lasso di tempo nel quale l’arrestato aveva riferito di non abitare regolarmente nel luogo di sottoposizione alla misura cautelare.