“Se ci sono le sollecitazioni e sono pressanti, è perché il bisogno esiste. E l’attesa, da parte dell’utenza, è davvero grande e importante”. Lo dice la senatrice del Pd, Venera Padua, che torna a battere sul tasto della mancata attivazione della neuroriabilitazione al Busacca di Scicli.
“Oggi è l’8 giugno – sottolinea la parlamentare – cioè mancano 12 giorni alla data indicata del 20 in cui dovrebbero essere consegnati i locali per fare partire il servizio ma, di fatto, non c’è traccia, così come era stato assicurato dalla direzione generale dell’Asp di Ragusa, che gli stessi locali possano essere consegnati in tempo. Ci è stato spiegato che si attendono i collaudi dei padiglioni. Ma in che senso visto che il padiglione H è già pronto mentre per il padiglione N non si conosce, effettivamente, quando queste procedure potranno essere espletate? Torno, dunque, a reiterare la mia proposta che è quella di fare in modo che i pazienti ospitati in una parte del padiglione H siano trasferiti nei locali in cui prima si trovava la Chirurgia. Tutto ciò consentirebbe di attivare intanto il servizio di neuroriabilitazione, visto che l’Irccs Bonino Pulejo ha già dichiarato di essere pronto circa gli adempimenti di propria competenza, nel padiglione H in attesa che poi possano essere completati i lavori. La ritengo una proposta di buon senso che dovrebbe essere vagliata con attenzione dalla direzione generale al fine di uscire fuori da questo guado burocratico che non promette nulla di buono e di positivo per la comunità sciclitana e per tutti i potenziali pazienti dell’area iblea che, in questo modo, eviterebbero i cosiddetti viaggi della speranza altrove. Aggiungo, invece, che non serve alcun collaudo con riferimento al soddisfacimento delle richieste già parecchie volte reiterate dalla sottoscritta oltre che dalla politica locale circa l’attivazione dell’ambulanza medicalizzata. Indispensabile, altresì, la presenza della figura del rianimatore al Busacca per fare funzionare in maniera adeguata quei macchinari, come ad esempio la Tac, acquistati con soldi pubblici ma mai utilizzati al meglio per la mancanza di personale ad hoc”.