Connessione armonica tra spazio e tempo e densità di sentimenti nelle “Odi alle dodici terre” di Domenico Pisana

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Il nuovo testo poetico  di  Domenico Pisana , voce  tra le più ascoltate  e seguite dello scenario letterario – culturale  siciliano, ci accompagna  in un viaggio  reale e insieme fantastico attraverso i luoghi delle dodici terre, perle preziose della “ terra iblea , là dove divampa  la chiome dei carrubi “  come si legge nella  Prefazione di Pietrangelo Buttafuoco.

Un’opera bilingue  ( la traduzione a fronte, in inglese, è  curata dalla poetessa Floriana Ferro )  che già nel titolo  “ Odi alle dodici terre “ e nel sottotitolo,  Il vento, a corde, dagli Iblei  ( tratto da una poesia di Salvatore Quasimodo) preannuncia, al lettore ignaro, il fascino  “unico “ di un angolo  della Sicilia, ricco di poesia, bellezze naturali,  Storia.

Limpidi versi  oscillano tra la bellezza di una realtà territoriale e lo spazio interiore in cui si adunano   presenze fisiche e mentali  che richiamano dettagli e sfumature :

 

“… Lasciatemi questo spazio magico

d’ un  angolo,uno sciabordìo

che risuona  in me  come il canto

di una sirena nell’orecchio… “

 

Connessione armonica tra spazio  e tempo, uomo e natura. Sguardi  di  poeta catturati  dalla realtà esterna ed  interiore,   per soffermarsi sul calendario dell’anima ancestrale   di luoghi  popolati di figure oniriche, forse richiami dell’inconscio. Sguardi di  poeta come desiderio di “ vero “ affascinato  da  tutto ciò che è   vita,  natura,   quotidianità  .

Nell’approccio amoroso del cantore alle dodici terre si evince un’osmosi  di fisicità ed anima : “…quanta  sofferenza ,Camarina, / si sprigiona dai tuoi archi di pietra….” e respirano i muri

“… ti rigenerano alla vita “… parlano, “ riaccendono nella memoria….  le antiche radici…

raccontano come la  “ la valle del fiume che dorme disegna la tua figura  ( pulcra post Camerinam)  quasi a volerti rigenerare alla vita.”

Ogni luogo evoca la religiosità dello scorrere del tempo, mentre immagini “… di favola e di fiaba….aprono il cuore alla sera /che chiama al Divino….. in un  mistero di richiami affettivi”…

 

Se è vero che i luoghi hanno un’anima, Domenico Pisana, nelle  Odi alle dodici terre,  ri-scopre   quest’anima palpitante nella sua  essenza che , ieri come oggi,   assorbe i pensieri e le tradizioni  degli uomini che la abitano da secoli o millenni.

Ogni città, paese o luogo ( Ragusa, Comiso, Santa Coce Camerina, Vittoria , Acate,  Chiaromonte Gulfi, Giarratana., Monterosso Almo, Modica, Ispica, Pozzallo , Scicli ) è  celebrato non soltanto nell’aspetto esteriore, in ciò che appare, ma anche  nella  topografia interiore, fatta di sentimenti e memorie, miti  e   pensieri  :

 

…  Canto gli intarsi barocchi dei tuoi vicoli

le geometrie di chiese e palazzi

i sapori della terra fermentata dal sudore…

…. Canto agresti distese di paesaggio

ove il vecchio carrubo racconta ancora

spigolature di campi, l’amore consumato…

… Canto l’amore di figli illustri

che hai  consacrato sugli altari,

Ora che la clessidra ha fatto la sua giustizia “

 

Di ogni angolo  Pisana   presenta le  particolarità e l’identità  :

…  “    ti ammiro : risento il murmure del fiume,

i passi delle tue famiglie gentilizie,

mi torna la tua storia, Acate , segnata dai tuoi  padri ! “

oppure

“ Tu , Akrille, sei terrazza

ove il mio cuore sogna scenari di fiaba

quando l’estate a te mi conduce

per assaporare la frescura dei boschi

che aleggia sul tuo viso caldo

di storia e di bellezza “ .

 

Forma espressiva chiara, lontana da ambiguità semantiche per l’urgenza di una corrispondenza  con il mondo, non nel senso di “ rappresentazione  “ del reale, ma per cogliere il “ vero “, inteso come fatto essenziale della poesia in  esplicita tensione spirituale lanciata alla ricerca  di quel “quid”  misterioso soffuso  sui  luoghi.

Luoghi che, proprio per la peculiarità del loro “limite “, vengono proiettati  dalla parola poetica      di Domenico Pisana nel  “Tutto”   provocando  contrasto tra  il singolo e l’universale, il confine di un luogo, di un territorio e l’incommensurabile Universo ; tale  spazio infinito viene   evocato   anche dalla “ luce “ che si sprigiona dai  dipinti del maestro Piero Gruccione : sono ariose immagini   che accompagnano le pagine del libro offrendo al lettore  altra prospettiva  alla parola poetica di  Domenico Pisana che pur resta sempre aperta  all’alterità , alla realtà umana, “ scenario imperscrutabile di mistero “.

La forza della  poesia del poeta modicano  risulta così di grande efficacia per la fusione di ambiti diversi, il soggettivo prettamente personale e l’oggettivo universale.

Odi alle dodici terre, di elevata valenza poetica e civile, è dettato dall’amore per la propria terra , un amore intessuto di sguardi che colgono l’essere umano lungo l’arco del proprio esistere; una densità di sentimenti  coniugata  a versatilità e raffinatezza di stile, caratteristiche certo non frequenti  nella poesia italiana contemporanea.

 

                                                               Giuseppina Rando

 

 

 

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