È stato un momento di riflessione e di confronto importante e ricco di stimoli, quello che si è svolto ieri, a Casa Imbastita Relaxbusiness, con la master lecture di Corrado Del Bò su “L’Etica non va in vacanza, mai”. Lo speaker, parlando a un pubblico numerosissimo, ha illustrato i limiti morali del fare turismo oggi, sia per i turisti che per gli operatori del settore.
Del Bò, che di recente ha presentato in vari contesti accademici il suo libro “Etica del turismo” (Carocci, 2017), insegna Filosofia del Diritto nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Milano ed Etica e Filosofia del Turismo nel corso di laurea in Scienze del Turismo della Fondazione Campus di Lucca. L’autore ha precisato che quella di Lucca è l’unica cattedra di Etica e Filosofia del Turismo finora istituita in Italia nell’ambito dei Tourist studies, dove a farla da padrone sono gli economisti. E questo già la dice lunga sul ruolo, purtroppo marginale, assegnato all’etica del turismo. Eppure, come ha evidenziato Del Bò, è fondamentale per stabilire i principi regolatori e definire i concetti-chiave del settore.
Lo speaker ha fornito un notevole contributo di chiarificazione e analisi concettuale attraverso le definizioni di etica (disciplina filosofica che stabilisce cosa va fatto e cosa non va fatto) e di turismo (“spostamento dal luogo di residenza abituale per ragioni di diletto”). Se la prima definizione è pacificamente accettata, la seconda è al centro di un’accesa controversia. Gli economisti, infatti, ritengono che il richiamo alla finalità del diletto esclude dall’ambito il turismo religioso e d’affari, quello congressuale e sanitario che tuttavia ricorrono all’uso delle medesime infrastrutture turistiche. Ma tant’è.
Con questi strumenti concettuali, Del Bò ha analizzato i principali documenti internazionali di etica del turismo, evidenziando limiti e problemi. I concetti di responsabilità, equità, sostenibilità e rispetto delle differenze culturali sia per chi viaggia che per chi accoglie sono il comune denominatore delle varie carte. La loro debolissima valenza giuridica (soft law) e il mancato accordo su alcuni concetti di fondo lasciano irrisolti i dilemmi tra diritto attuale e futuro alla fruizione e salvaguardia ambientale (si pensi a certe riserve naturali o a città come Venezia, dove la pressione turistica rischia di spezzare il delicato equilibrio della laguna); tra l’utilizzo di risorse a beneficio del turismo di lusso e le esigenze della popolazione nelle aree di sottosviluppo; tra sviluppo economico e rispetto del territorio; tra conservazione e alterazione della memoria dei luoghi (es. Museo di Montalbano a Scicli). La soluzione di questi dilemmi, non più rinviabile, passa attraverso la presa di coscienza che è necessaria un’etica del turismo. C’è bisogno, ha concluso Del Bò, di regole morali e principi direttivi condivisi tra tutti i soggetti interessati che individuino modelli turistici coerenti con le esigenze dei territori.