La Squadra Mobile di Ragusa ha eseguito, nei confronti del comisano S.G., di 31 anni, responsabile del reato di maltrattamenti in danno della ex moglie dalla quale è separato legalmente, la misura cautelare di divieto di avvicinamento ai luoghi frequentato dalla persona offesa, a causa di una serie di vessazioni inflitte alla vittima consistite in intrusioni nella vita privata e comunicazioni anche telefoniche ripetute e indesiderate, violenza fisica anche nei confronti degli ex suoceri, al punto da provocare alla malcapitata forte ansia e paura.
Si tratta di un fenomeno in gran parte sommerso, di una piaga che si consuma in silenzio e che distrugge anima e corpo delle vittime. Per fortuna la legge riconosce il fenomeno anche nei casi di violenza tra coniugi separati in quanto la convivenza non rappresenta un presupposto della fattispecie criminosa in questione, in quanto lo stato di separazione non esclude il reato quando l’attività persecutoria viene ad incidere su quei vincoli che, rimasti intatti a seguito del provvedimento giudiziario, pongono la parte offesa in posizione psicologicamente subordinata.
Fortunatamente le vittime si sono fatte consapevoli dei propri diritti e delle ingiustizie subite e spesso il fenomeno emerge solo quando la vittima riesce a trovare la forza di varcare la soglia della Questura. Cosa che ha fatto la signora in questione, che sebbene separata da diverso tempo dall’indagato, non ha mai cessato di subire violenze di ogni tipo.
Le indagini condotte dalla sezione «specializzata» della Squadra Mobile hanno accertato che l’azione violenta dell’ex coniuge S.G. non si era mai arrestata neppure con la separazione, assumendo caratteristiche persecutorie fino al punto di provocare nell’ex compagna un grave stato di disagio, malessere fisico e psicologico, sino al punto da porre tuttora l’ex moglie in posizione psicologicamente subordinata.
Gli elementi probatori forniti dagli investigatori hanno consentito al P.M. Dr.ssa Monica Monego di chiedere e ottenere al Gip di Ragusa, Claudio Maggioni, una particolare misura cautelare di tipo interdittiva prevista dall’art. 282-ter c.p.p., che impone al marito persecutore il divieto di avvicinarsi all’ex coniuge compresi i luoghi che questa abitualmente frequenta (posto di lavoro, abitazione, locali pubblici, ecc.).
Un trentunenne comisano, responsabile di maltrattamenti nei confronti della ex moglie, sottoposto alla misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima.
- Gennaio 28, 2010
- 8:56 am
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