La Guardia di Finanza ha eseguito un provvedimento di sequestro emesso dal Gip del Tribunale di Ragusa(richiesto dalla Procura Distrettuale di Catania) nei confronti di Rosario D’Agosta, 64 anni, vittoriese, per quasi 30 milioni di euro. L’uomo è ritenuto contiguo alla famiglia catanese di “Cosa nostra” dopo un’iniziale affiliazione alla ‘Stidda’ di Vittoria.
Il patrimonio, secondo l’accusa, sarebbe stato illecitamente accumulato attraverso il monopolio da parte di D’Agosta nel campo delle slot machine “truccate” nel territorio ibleo.
D’Agosta, condannato nel 2015 in primo grado, a 5 anni di reclusione per il tentato omicidio nel 2009 di Giuseppe Doilo, soggetto appartenente alla Stidda, per via della tensione tra fazioni opposte della Stidda e di Cosa nostra. L’interessato aveva minacciato nel 2014 un collaboratore di giustizia (“fermati che te la devo far pagare… ti devo uccidere”), e per questo il Tribunale di Catania lo avevaa condannato a 6 mesi di reclusione per minaccia aggravata dal metodo mafioso.
L’illecita attività, portata avanti per decenni dal D’Agosta, è testimoniata anche dall’esito di diversi controlli amministrativi che hanno portato al sequestro di numerosissime ‘macchinette’ illegali, con conseguente revoca delle licenze per la gestione degli apparecchi da gioco.